martedì 15 novembre 2016

BADGE & COMPANY – BADGE & COMPANY (Willmarco, 1977)



Sfuggiti ai radar del rock che conta, i Badge & Company hanno vissuto una breve stagione creativa a metà degli anni ’70, per poi essere risucchiati, rapidamente e definitivamente, nella coltre oscura dell’oblio. Peccato, perché questa band formatasi ad Augusta (Georgia) nel 1976, aveva numeri vincenti, come dimostra il loro unico (e pressoché introvabile) full lenght, datato 1977. In piena epoca punk, i Badge & Company procedono in direzione ostinata e contraria, elaborando, con accenti anche originali, la classica formula del power trio, che aveva portato al successo tanti illustri predecessori (Cream, Taste, ZZ Top, etc). Terry D. Williams alla chitarra solista e ai cori, Virgil Eugene Martin alla batteria e Randy E. Cowan alla voce e al basso si chiudono nei Charity Recording Studios di Tulsa (Oklahoma) e in un solo giorno, il 19 febbraio, registrano in un’unica sessione un disco d’esordio incandescente (che, come accennato, non avrà però alcun seguito). In scaletta, nove canzoni che le pochissime fonti rinvenute in rete definiscono come classico rock blues in salsa psichedelica. In realtà la proposta è ben più varia, e i B&C traggono ispirazione anche dal rock’n’roll delle origini, dal country, dalla tradizione southern, rielaborando il tutto in brani, la cui costruzione, talvolta, sfugge alle regole della canzone convenzionale. It’s A Cryin’ Shame apre le danze con un rock blues possente e il basso di Cowan martella a sangue al cospetto del nume tutelare Rory Gallagher. I due minuti e mezzo di What A Day For A Drive strapazzano di anfetamine il più classico dei rock’n’roll, tanto da far sembrare George Thorogood e i suoi Destroyers un gruppo di arzilli vecchietti alle prese con una partita a scacchi. Ship Me On The Frisco cambia rotta verso un country rock da cazzeggio, una sorta di divertissement semi alcolico (con tanto di jodel finale) per ribadire le ingombranti radici sudiste. Why, invece, allunga il minutaggio fino a quasi sette minuti, dimostrando le inclinazioni psichedeliche della band in un mid tempo ad alta elettricità che testimonia tutte le doti del combo: sei corde a dettar legge e tre musicisti grezzi, ruvidi, appassionati, che aggrediscono la bella melodia appena tratteggiata inventando un inaspettato finale noise, con solo di batteria a chiudere le danze. Rockin ’n’ Rollin rende omaggio ai Cream più duri, mentre ’56 Chevrolet si fa beffe dell’inizio a cappella in chiave gospel di Cowan, per ripartire sparata in un lercio rockabilly che si stoppa nel medley con Slow Me Down, classicissimo ballatone blues, in cui la chitarra di Williams miagola come un’ossessa. La successiva I Left A Message è un numero da fuori di testa, chitarra hendrixiana, ballatone sghembo da ultima pinta di birra e poi un improvviso stacco country tanto improbabile quanto esilarante. Chiude il lotto For You, che mi piace immaginare come una sorta di dedica a tutti quegli appassionati che hanno avuto la fortuna di recuperare un disco disperso ormai da quasi quarant’anni nelle pieghe del tempo. Testo programmatico lungo quasi quattordici minuti, For You è una sorta di suite che convoglia tutto il Badge & Company pensiero: rock blues di nobile stirpe (i Cream aleggiano su gran parte del brano), impetuose accelerazioni e rallenties lisergici in cui Williams alterna arpeggi e assoli senza soluzione di continuità. Sporchi, lo-fi, basilari, i tre ragazzi della Georgia imbastiscono un disco tutto sangue e sudore, che pur muovendosi in territori noti al mondo anglosassone (i continui riferimenti al rock blues britannico e al southern più essenziale si sprecano) offre alcuni scarti di inventiva che lo rendono gustoso e tutt’altro che monocorde. Avessero avuto più tempo per ragionare su alcune intuizioni (e avvantaggiandosi di una produzione meno artigianale), forse staremmo scrivendo di una band di ben altra caratura; invece, i Badge And Company sono stati un’effimera cometa transitata rapidissima nel firmamento delle stelle del rock. Recuperare questo disco è però un piacere che gli amanti del genere non possono lasciarsi sfuggire. Estemporanei e divertentissimi.





Blackswan, martedì 15/11/2016 

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