lunedì 9 ottobre 2017

IL MEGLIO DEL PEGGIO




La galleria degli orrori della politica italiana si arricchisce di una nuova figura: Valeria Fedeli, ministra dell'Istruzione, Università e della Ricerca del governo guidato da Gentiloni. Pensavamo, a torto, di avere toccato il fondo con la berluschina Gelmini e il celebre tunnel tra il Cern e il Gran Sasso. Non ci siamo del tutto ripresi dallo spernacchiamento globale che suscitarono i neutrini, che già ci ritroviamo alle prese con le gesta di Valeria dai capelli rossi. In questa infornata, è bene ricordare che ci troviamo di fronte a un vero e proprio portento al servizio del Miur. La nostra Valeria ha promesso una vera rivoluzione copernicana: innalzamento dell'obbligo scolastico a 18 anni, il conseguimento del diploma in quattro anni per licei e istituti tecnici e, udite udite, l'introduzione dello smartphone in classe. Come se i giovani (e non solo loro) non fossero già abbastanza rincitrulliti dall'(ab)uso dello smartphone. Ma come nasce un talento come Valeria Fedeli? L'esordio della ministra dal "pelo rojo" non è stato rassicurante, linguisticamente parlando. "Io non penso alla propria sedia", affermò con risolutezza durante la campagna elettorale per il referendum costituzionale, lasciando intendere che avrebbe mollato la cadrega in caso di vittoria del no. Non passa molto tempo dalla debacle referendaria che indusse Matteone alle dimissioni, che la vedi giurare sulla Costituzione da neo Ministra. E per di più dell'Istruzione, roba da fare rivoltare nella tomba il Sommo Poeta. Profetico e decisivo fu quello scivolone lessicale che indusse il mite Gentiloni ad affidarle la cattedra, guarda caso, dell'istruzione e dell'università. E cacofonie e sgrammaticature a parte, la Ministra vanta un curriculum di tutto rispetto: è stata sindacalista ed ex vice presidente del Senato. Ha conseguito pure un diploma di laurea in scienze sociali. E qui casca l'asino. Già perchè la Fedeli, nel redigere il curriculum, ha fatto propria una celebre locuzione di Totò: abbundandis in abbundandum, cioè fai vedere che abbondiamo. Peccato che il diavolo fa le pentole e non i coperchi e la Ministra, accusata di avere mentito, ha dovuto sbianchettare la parola " laurea" modificando la voce "incriminata" in diploma per assistente sociale. Quisquilie, direbbe qualcuno del PD. In fondo, la Fedeli non è bugiarda. Come direbbe il suo illustre collega Angelino Alfano, altro genio della politica italiana, è solo diversamente sincera.

Cleopatra, lunedì 09/10/2017

Nessun commento: