lunedì 9 aprile 2018

IL MEGLIO DEL PEGGIO






"Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi. Mi sono spiegato?" Giuseppe Tomasi di Lampedusa (Il Gattopardo)
Non è cambiato nulla, almeno per il momento. E' passato più di un mese dalle elezioni e lo scenario politico, da commedia plautina, pare assumere i tratti di una tragedia euripidea. I protagonisti principali di questa "nuova" rappresentazione sono sempre i soliti: Matteone da Rignano, meglio conosciuto come lo pseudo dimissionario dalla segreteria del PD, si propone compiaciuto in veste di attore artiflex.
Nel gergo teatrale, Renzi è tutto: autore, regista, attore, scenografo e persino costumista. Il monologo pare ormai essere il suo cavallo di battaglia. Fieramente arroccato in un'opposizione a un governo non ancora nato, di congedarsi dal palcoscenico non ne vuole proprio sapere.
Renzi esce dal copione e diviene il copione stesso. Un talento ineguagliabile. Segue, l'ottuagenario Silvietto, un vero imperatore della scena, un'autentica macchina attoriale. L'ex Cavaliere si muove sul palco con la disinvoltura degna di una star. In spregio alla sobrietà e al low profile che si convengono a un condannato per frode fiscale, Silvietto capeggia niente meno che la delegazione di Forza italia al Quirinale per le consultazioni con il presidente Mattarella. Cosa ci faccia un condannato al Quirinale non è dato sapere.
Storie di ordinaria follia italiana, ma riflettendo una spiegazione c'è. E' tempo di riabilitazione per il leader di Forza italia (il 12 marzo al tribunale di Milano è stata depositata un'istanza che, se accolta, potrebbe consentire la decadenza degli effetti della legge Severino). Dunque, l'instancabile Silvietto si porta avanti con il lavoro. E da assoluto protagonista qual è, continua ad apparire per essere consacrato con la sua "arte" che è ormai divenuta un evento fuori tempo.

Cleopatra, lunedì 09/04/2018

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