lunedì 16 settembre 2019

KAISER CHIEFS - DUCK (Polydor, 2019)

A eccezione del frizzante Employment, datato 2005, non è che i Kaiser Chiefs si siano mai distinti per particolari intuizioni creative. Il loro pop rock melodico e danzereccio forse reggerà bene l’impatto con le classifiche, ma da un punto di vista artistico continua a ripetere stancamente i medesimi chichè (clamorosamente british) già consunti da tempo.
Indistinguibile da molte band coeve (Maximo Park, Franz Ferdinand, Kooks, Arctic Monkeys etc.), il quintetto di Leeds (orfano ormai da sette anni della mente pensante, Nick Hodgson), ha avuto notorietà internazionale nel 2007 con un singolo spacca classifiche come Ruby, per poi traccheggiare in una innocua mediocrità artistica, che ha alternato dischi piacevoli (The Future Is Medieval del 2011) a imbarazzanti cadute di stile (Education, Education, Education, War del 2014), belle melodie di facile presa ben confezionate (Meanwhile Up In Heaven, Little Shocks, Parachute, etc) alla reiterata riproposizione del consunto menù della casa.
Questo nuovo Duck, che vede nuovamente in cabina di regia Ben H. Allen (che aveva già messo mano a Education, Education, Education, War) coadiuvato, questa volta, da Iain Archer (Snow Patrol, James Bay e Jake Bugg), non sposta di un centimetro il baricentro di una musica di cui, ormai, sono svelati tutti i pregi e tutti i difetti. La consueta miscela di brit pop, rock e indie, un filo di retrogusto eighties, due buoni singoli come Record Collection e People Know How To Love One Another, prevedibili ma pimpanti e divertenti, qualche buona canzone, capace di farsi ricordare anche dopo il primo ascolto (The Only Ones) e chincaglieria beatlesiana luccicante e colorata (Kurt vs Frasier – The Battle For Seattle). Il tutto condito da chiassosa esuberanza, divertita leggerezza e un filo di tamarragine.
I fan della prima ora apprezzeranno sicuramente, per gli altri il consiglio è quello di approcciarsi al disco senza eccessive pretese. Se lo scopo è solo quello di divertirsi, azzerando le funzioni intellettuali, Duck assicura quaranta minuti di piacevole spensieratezza. E’ innocuo, di sicuro male non vi farà.

VOTO: 6,5





Blackswan, lunedì 16/09/2019

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