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martedì 15 febbraio 2011

La resa dei conti

Ed ecco la notizia del nostro amato premier rinviato a giudizio con rito immediato.
Tra pochi giorni, quindi, potrebbe piovere sulla testa di un capo di governo una condanna per reati infamanti.
Gravi in senso assoluto, ma inaccettabili per un uomo che pretende di guidare un paese.
Non è possibile prevedere se ci sarà condanna, ma a mio parere è probabile, perchè diversamente il GIP avrebbe rigettato la richiesta di rito immediato proveniente dalla Procura.
E se il Berlusca venisse condannato?
Ci dovremo sorbire un governo comunque guidato da lui, per interposta persona, o si riuscirà a dare un colpo d'ala verso direzioni più dignitose?
Non parlo necessariamente dei deprimenti dualismi Bersani-Veltroni, ma di una sorta di sogno, il governo della brava gente.
E come tutti i sogni, ho paura che sia destinato a rimanere irrealizzato.
Le manifestazioni di sabato sono state un grande momento di mobilitazione.
L'indignazione ha portato in piazza la gente, di certo non i "radical chic" di cui vaneggia la dominatrice sadomaso della scuola italiana, mistress Maria Stella, ma appunto tanta brava gente normale.
Che poi, però, è quella che non fa politica, o almeno non la fa più.
Perchè se ne sente, con ragione, disgustata, al punto che la partecipazione non è più vista come libertà (ciao Giorgio) ma come rischio di sporcarsi le mani.
Il fenomeno è risalente, e inizia con il declino dei grandi partiti di massa.
Ricordo una cena tanti anni fa, con gente in parte sconosciuta, e a un certo punto uno dei presenti mi dice: "La politica? Beh la Lega. O il PSI se vuoi mangiare".
Lì per lì sono trasecolato, ma l'approccio dei più era già in quei termini.
Poi, nel 94, con la discesa in campo dell'Unto dal Signore, il fenomeno si è completato.
Il partito-azienda, of course.
La resa dei conti che si avvicina è con questo sistema, e con il suo fin troppo prevedibile carico di amoralità.
Ma il veleno che è stato seminato durerà ancora a lungo, ed è un veleno fatto di madri e padri che spingono le figlie a concedersi in cambio di prebende.
Berlusconi non ha creato nulla, si trattava di tendenze da sempre presenti nella grande panza e nel piccolo animo delle genti italiche.
Certamente, però, lui le ha elevate a sistema ed è assurto a pontefice massimo del sistema stesso.
Se la fanciulla di turno si accuccia sul divano di Lele Mora, magari fa dieci serate in discoteca e lì può accalappiare un imprenditorello a sei cilindri, ventiquattro valvole e zero libri letti che per un po' la spupazza.
Ma se il divano sta a Villa San Martino, è il botto della vita.
Coraggio dunque, amici e concittadini, la battaglia sarà lunga, e servirà a salvare i nostri figli e nipoti.
E' una buona battaglia.

15 febbraio 2011

Ezzelino da Romano

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