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domenica 1 maggio 2011

TRA L'ECCIDIO E I CANNOLI SPUNTA ANCHE MORA

Oggi,primo maggio 2011,non si festeggiano solo i lavoratori,ma si commemora anche la ricorrenza dell’eccidio di Portella della Ginestra, che può essere ricordato come il primo dei grandi misteri dell’Italia repubblicana.Il primo maggio del 1947,a Piana degli Albanesi,vicino a Palermo, durante una manifestazione per celebrare la festa del lavoro,un gruppo di banditi,a capo dei quali vi era Salvatore Giuliano,sparò sulla folla,uccidendo 11 persone e ferendone altre 60,in prevalenza donne e bambini.Di questa sanguinosa pagina della nostra storia,ad oggi si conosce solo l’esecutore materiale della strage ( il bandito Giuliano )mentre restano sconosciuti i mandanti e i motivi dell’efferrata carneficina.Nel 1949,fu lo stesso Giuliano,in una lettera inviata ai giornali,a suggerire il movente politico della strage,ma fu smentito,in un’inversione di ruoli a dir poco sconcertante,dall’allora Ministro degli Interni Scelba.L’anno successivo, Giuliano fu trucidato dal suo luogotenente Gaspare Pisciotta,il quale,quattro anni più tardi,dopo aver dichiarato di voler fare i nomi dei mandanti dell’eccidio,fu avvelenato in cella.La vicenda,a distanza di più di mezzo secolo, rimane avvolta nel mistero,nonostante siano state formulate le più disparate ipotesi volte ad individuare il movente della strage.Durante il processo del 1951,che si concluse con la condanna di Giuliano( già deceduto ) e dei suoi complici,l’accusa sostenne la tesi voluta fortemente da Scelba,e cioè che si trattò di un caso isolato di barbarie banditesca privo di ogni connotazione politica.Ma fu lo stesso Pisciotta a smentire il Pubblico Ministero,facendo il nome di alcuni onorevoli democristiani e latifondisti siciliani quali mandanti dell’eccidio.La tesi che dietro la strage vi fossero la mafia e le forze conservatrici,fu avvalorata anche dalla sinistra parlamentare e dalla CIGL,che in più di un’occasione indicarono lo stesso Scelba quale ispiratore del crimine.Una tesi più recente vede dietro la strage una convergenza di interessi fra i post-fascisti ( si fa il nome della X°Mas di Junio Valerio Borghese ),dei servizi segreti statunitensi ( preoccupati per la sempre più incalzante avanzata delle sinistre nel quadro politico italiano dell'epoca ) e dei latifondisti siciliani ( appoggiati dalla mafia ),che temevano la sempre più frequente scesa in campo delle forze contadine.Quale che sia la verità,non è dato di sapere.Restano i morti,tanti, che proprio in questi giorni verranno celebrati a Piana degli Albanesi per la sessantaquattresima ricorrenza della strage.Il sindaco di Piana degli Albanesi,il pidiellino Gaetano Caramanno,ha però inserito la cerimonia di commemorazione all’interno della “profana “ Festa del Cannolo,del quale Piana è produttrice d’eccellenza.Non solo.In un crescendo rossiniano di imbecillità che sgomenterebbe anche un gregge di pecore, Caramanno ha deciso di sponsorizzare l’evento invitando come ospite d’onore il plurinquisito Lele Mora.Come se non bastasse quindi l’abbinamento abominevole fra cannoli e carneficina,il lenone di Arcore si troverà oggi su un palco a celebrare il ricordo della prima strage di Stato che la storia repubblicana ricordi.Di cosa parlerà Mora ? Di cannoli e ricotta o di pallottole ? Difficile immaginarlo.Quel che sappiamo con certezza è che l’uomo,per sua stessa ostentata ammissione, ha simpatie nazifasciste e una viscerale idolatria per Mussolini.In questa Italia alla rovescia,è considerata quindi cosa normale che i morti vengano “omaggiati “ da chi sostiene,seppur a distanza di tempo, le medesime posizioni dei presunti mandanti della strage. Nel paese dell’eroe Mangano e dei PM brigatisti ci sta anche questo.

Per un approfondimento storico sulla strage di Portella della Ginestra vi rimando ai seguenti link :




Blackswan, domenica 01/05/2011

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