A parte il modesto ( anzi, noioso ) "Live at the Aragon", uscito a marzo di quest'anno, i Mastodon possono vantare una discografia senza cedimenti. Certo, ora il cammino intrapreso dal combo del funambolico batterista Brann Dailor ha virato decisamente verso un metal più variegato e radiofonico rispetto alla violenza primordiale degli esordi o alle esplorazioni prog-oriented di "Crack The Skye ".Tuttavia, nonostante un suono più pulito, l'uso limitatissimo del growling a vantaggio del canto melodico,e qualche inserto elettronico, la qualità di "The Hunter" resta altissima.Merito di una scaletta di buon livello compositivo, della struttura di brani non lineari e ricchi di citazioni " colte " ( su tutti mi pare che siano frequenti i riferimenti a certi ipnotismi pinkfloydiani ) e della produzione scintillante di Mike Helizondo.Fatto salvo, come si diceva, un approcio meno cattivo alla canzone, il marchio di fabbrica rimane chiaramente " Mastodon " : riff di chitarra potenti che intrecciano lo sludge con lo stoner e il thrash, fulminanti assoli di bella ricercatezza tipici del prog metal, aperture melodiche ( qui più accentuate ) mai banali.Quantunque qualche riserva la si possa avanzare sulle prove vocali del terzetto Hinds, Sanders e Dailor ( non sempre a loro agio con le parti melodiche ), la band mantiene comunque un livello tecnico altissimo.Basti pensare alla prestazione da autentico fuoriclasse di Brann Dailor ( a mio avviso il miglior batterista metal in circolazione ) che col suo drumming rutilante e perennemente controtempo ( ascoltatelo nell'art--metal di "Octopus Has No Friends ", nella quale non c'è una battuta al posto giusto ), impreziosisce ulteriormente un filotto di canzoni ad alta densità energetica.Tra i tanti brani di alto livello,una menzione a parte va,oltre alla citata "Octopus... ", anche al cupo incedere della title track ( che fa pensare ad una versione aggiornata di " Down in The Hole" degli Alice In Chains ), alla magnificenza prog di " Thickening " e alla conclusiva psichedelica "The Sparrow ", che non può che rimandare a certe sonorità tanto care a Gilmour e soci. "The Hunter ", in definitiva, potrebbe definirsi il disco della maturità dei Mastondon, se il percorso intrapreso dal gruppo fosse dritto come un'autostrada.In realtà, fra tornanti, curve a gomito ed improvvise deviazioni, ancora non è chiaro dove il quartetto voglia andare a parare e se la crescita creativa abbia ulteriori margini di miglioramento. Poco importa. Godetevi " The Hunter " per quello che è: un disco che fa bene al rock.
VOTO:7,5
Blackswan, giovedì 27/10/2011
A parte i Priest,i Maiden ed i primissimi Sabbath il metal non riesco proprio ad ascoltarlo.C'ho provato,ma nulla.Vediamo se ci riesco cò sto disco....
RispondiEliminaQuando ho saputo dell'uscita di "The hunter" non ho fatto passare più di mezz'ora che già ce l'avevo, un album diverso, e forse ci voleva, ma restiamo comunque ben lontani da Crack the skye e soprattutto dal mio preferito, Leviathan....
RispondiEliminaDici bene, è un album da godersi per quel che è, un'oretta di rock-metal a 300 all'ora.... Il che comunque resta una gran cosa! ^_^
@ Massi : Son gusti.Anche a me non piace tutto il metal ( quello anni 80,poi, in prevalenza lo detesto ),ma quando i suoni cominciano a essere un pò più free e un pò più post,mi si drizzano le antenne.
RispondiElimina@ Lozirion : Non c'è un disco dei Mastodon che non mi piaccia.Questo è diverso,ma a me pare davvero molto valido.
Ragazzi,
RispondiEliminail metal però va contestualizzato.
Negli anni 80, quando la gente ascoltava Duran Duran e Spandau Ballet, anche il metal più piatto (Saxon, Def Leppard, Tigers og Pang Tang, Krokus ecc.) aveva un suo ruolo.
Meglio headbangers che paninari, ostia.
Caso mai trovo pessimo certo metal frocetto degli anni 90, tipo Motley Crue, Poison ed altra robaccia Glam di quel genere,che facevano il verso al rock più o meno come lo faceva Scialpi qui da noi.
Ma gli 80 non erano così male.
Quando qualche anno fa ho rivisto i Saxon e quando Biff ha attaccato Wheels of Steel è stata una bella scarica.
E la Vergine di Ferro non delude mai, soprattutto dal vivo, provare per credere.