Ci sono dischi che faccio fatica a recensire, perché sono consapevole di farmi prendere dall’emozione, di non essere in grado di utilizzare quell’obiettività di giudizio che è l’unica cosa che conta quando si ha la pretesa ( la mia invero molto modesta ) di vestire i panni del critico. Ero legatissimo ad Amy, tanto da giustificare persino quel suo modo scriteriato di vivere, sempre oltre le righe, sempre oltre il buon senso. Mi piaceva come strapazzava il soul, mi piaceva quel suo timbro sguaiato da donnaccia che sapeva accendere la passione, mi piaceva quella sua sensibilità artistica che la portava a interpretare ogni canzone come fosse l’ultima. Adoravo le sue debolezze, il suo essere vittima del mondo e cernefice di sè stessa, perché sapevo che quell’esistenza aspra che conduceva sarebbe poi confluita nella sua arte.E mi piaceva, più di ogni altra cosa, il coraggio con cui ci metteva sempre la faccia, sbronza dopo sbronza, figuraccia dopo figuraccia: lei non mollava mai il palco e la sua musica, tornava in sella ogni volta, si prendeva tutte le critiche e gli insulti e ricominciava a cantare. Se c’è una cosa della quale vado fiero è di averla scoperta con largo anticipo sul suo successo planetario : quando in Italia ancora non se la filava nessuno, io distribuivo ad amici e parenti copie di “ Frank “, il suo strabiliante esordio , con la raccomandazione di tenere il cd fra le cose più care, dal momento che avevo intuito che Amy avrebbe dato il via a una piccola rivoluzione ( pensate a quante oggigiorno tentano di imitarla: Adele ? Duffy ? ma perfavore… ). Capite, quindi, quanto sia difficile per me analizzare obiettivamente questo cd: è un epitafio, un testamento, un canto del cigno post mortem di qualcuno che ho visceralmente amato. Ma è soprattutto un disco che non riserva molte sorprese: sono poche le cose che i completisti già non abbiano, le canzoni sono discrete, ma non memorabili ( con l’eccezione della conclusiva “ A Song For You “ di Leon Russel, forse la sua migliore performance vocale di sempre ). Quindi, l’obiettività dice 6,5, di più sarebbe una pietosa menzogna. Ma se mi permettete per un attimo di raccontarvi una favola, allora il voto si trasforma in un 10 scintillante. Perché questa voce, che purtroppo non potremo più ascoltare, è una delle emozioni più forti e totalizzanti che la musica dell’ultimo decennio ci abbia regalato. Amy cantava come un angelo scacciato dal Paradiso, la sua voce era un patto di non belligeranza fra Satana e Dio, un timbro che metteva d’accordo tutti, santi e peccatori, uniti in un abbraccio definitivo innanzi alla perfetta bellezza della musica. Amy era fragile e potente, torbida e cristallina, dolce e voluttuosa, era lo specchio di un fallimento infinito e di un talento altrettanto smisurato. Amy, bella come mai nelle foto del booklet che accompagna il cd, era esattamente come noi. Per questo, merita tanto il 6,5 del rispetto, quanto un 10 di traboccante amore.
“ Remember,remember,remember, remember, when we were together and i was singing this song for you “.
Io non dimentico.Ciao, piccola, grande Amy. Ti ho voluto bene.
VOTO : 6,5/10
Blackswan, lunedì 26/12/2011
una recensione toccante, mi hai commosso.
RispondiEliminagianf
Grazie Gianf.Un tuo complimento vale sempre doppio :)
RispondiEliminaUn bel ricordo, caro Blackswan. S e tutti le avessero voluto bene come te , forse chissà... Ma soprattutto se lei si fosse voluta un pochino più di bene..forse , chissà.Ma il destino è questo, sembrava scritto , e solo in questo Amy molto ordinatamente l'ha seguito.Non ci sarà più la sua presenza fisica , questo è certo, presenza a volte ingombrante , ma sempre vera di una persona , come poche , che era solita " metterci la faccia". L'avremo sempre nelle nostre orecchie e nei nostri cuori, dove le cose che ci sembrano più estreme , hanno sempre un grande spazio! Alla prossima , mio caro amico!
RispondiEliminagrande recensione!
RispondiEliminail disco purtroppo è stato una delusione, ci sono più che altro b-side e scarti vari.
però quando sento our day will come mi commuovo tutte le volte
L'ho amata anch'io con il cuore e con l'udito. L'ho amata e ho sperato che uscisse da quel tunnel per non perdere quella voce che tanto mi scaldava l'anima ma capivo che senza quella sofferenza non sarebbe stata la stessa voce e quella sofferenza l'avrebbe portata nell'altrove. Grazie Black, mi hai commossa con le tue parole sei un ragazzo pieno di dolce passione e si legge nei tuoi scritti, quello che scrivi lo provi davvero. Un abbraccio.
RispondiEliminaA me Amy piace moltissimo, anche se conosco solo l'album Back to black. Veramente "fragile e potente". E questo post è così bello che non riesco nemmeno a rileggerlo per commentarlo degnamente ..detto così non sembra un complimento, però lo è!
RispondiEliminaGrazie :)
La sua voce mi manca moltissimo. Credo che sia il più bel regalo che questo decennio ci abbia fatto. POche cose e pochi artisti anno segnato il decennio come lei.
RispondiEliminaAnche io non dimentico.