Rachel e Becky Unthanks sono le voci sublimi di uno dei gruppi folk più interessanti in circolazione.Folk inglese, naturalmente, dal momento che la band proviene dal Northumberland ( regione del nord est dell'Inghilterra ), ma rivisatato in modo leggiadro, cameristico, lontano mille miglia dai suoni un pò caciaroni che vivacizzano le serate di un pub. Le due ragazze, che godono di un background musicale non indifferente, oltre a rilasciare album originali ( il seducente " Last ", uscito la scorsa primavera ), si divertono, e non poco, con le cover, tanto da aver avuto l'intuizione di questo progetto, chiamato " Diversions ", in cui propongono serate a tema, reinterpretando il repertorio di artisti più o meno noti. Il cd di cui si stiamo parlando fotografa per intero una di queste serate, tenutasi alla Union Chapel di Londra una notte di dicembre del 2010, in cui le Unthanks, si esibiscono in due diversi set, il primo relativo alle canzoni di Antony Hegarty, al secolo meglio conosciuto come Antony and The Johnsons, e il secondo nel quale rivisitano alcuni dei più noti brani di un mostro sacro quale Robert Wyatt. Un disco ambiziosissimo nei contenuti, e quindi rischioso ai limiti dell'incoscenza nella realizzazione. Perchè se è vero che queste quindici canzoni sono tanto belle che avrebbero una resa pazzesca anche se interpretate da Toto Cotugno, è anche vero che il paragone con gli originali è come una spada di Damocle che pende sul capo di chiunque si cimenti nel reintepretarle. Poteva, insomma, venirne fuori un pasticcio o un lavoro esclusivamente referenziale di clonazione senz'anima. Invece, le Unthanks sfornano un live act da brividi, regalando alcuni momenti di musica davvero celestiali, in cui a un'indiscutibile eleganza formale si affiancano palpiti di commossa partecipazione. E' il caso di una struggente " Man Is The Baby " di Antony, tutta giocata sull'esasperazione del tema pianistico, e di una lentissima " Sea Song " di Wyatt, che non perde un briciolo della sua intrinseca drammaticità. E' interessante notare anche il diverso approcio ai due distinti repertori : Rachel e Becky si accostano a Antony con un piglio di voluttoso sperimentalismo nella costruzione delle melodie, mentre nei confronti di Wyatt, si percepisce in ogni nota una religiosa devozione e una cura quasi filologica dell'interpretazione. Il risultato è comunque un disco seducente, vibrante e a tratti commovente che, considerato il nitore della registrazione, merita ripetuti ascolti in cuffia. Da non perdere.
VOTO : 8
Blackswan, lunedì 23/01/2012
progetto interessante,appena ho tempo lo ascolto:)
RispondiEliminaLe ragazze sono veramente rilassanti, però mi fai fare doppio lavoro: devo ascoltare anche gli originali!
RispondiEliminaMa se tu dici che hanno fatto un buon lavoro, come non crederti? Io intanto riascolto fino almeno all'ora di cena loro, non gli originali, così entro già in un'atmosfera di vacanza-benessere :)
Segnalazione molto interessante, la tua, Blackswan.
RispondiEliminaStasera mi ci metto:)
Grazie e ciao!
Lara
Davvero brave, grazie per la segnalescion :)
RispondiEliminaAccidenti Nick! sei talmente preparato su tutto, che mi lasci sempre senza parole ... ^__^ che posso dire? ... grazie della dritta e complimenti per questa scoperta! A presto!
RispondiEliminaSempre roba interessante da queste parti. Cercherò d'ascoltarlo.
RispondiEliminaE' tristissima, sai quando un suono ti salta in faccia con tutto il vestito della malinconia?! ecco, così.
RispondiEliminaAzz, queste mi mancavano, e ascoltati un paio di pezzi mi viene da chiedermi perchè.... Grazie della dritta fratello! Ottime davvero! ^_^
RispondiEliminaIndagherò sul duo
RispondiEliminaI loro dischi precedenti sono belli ma anche molto molto impegnativi,richiedono attenzione
RispondiEliminamerce molto rara in questi tempi di download selvaggio.
gianf