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mercoledì 25 aprile 2012

Liberi!

Ancora una volta è il 25 aprile.
Una data di cui si rischia di perdere la percezione, perchè il 1945 è sempre più lontano.
Sempre meno numerosi sono i testimoni oculari ancora vivi.
Sempre meno è la quantità di notizie che giungono ai più giovani, e che loro stessi cercano di procurarsi.
Qui a Milano quindici persone furono catturate ed uccise a Piazzale Loreto dai fascisti su ordine delle SS, e questo è il motivo per cui, dopo, i cadaveri di Mussolini, di Claretta Petacci e di altri gerarchi furono appesi nella stessa piazza al traliccio di un distributore di benzina che ora non c'è più.
Qui a Milano il fascismo è nato, in Piazza San Sepolcro furono fondati nel 1919 i Fasci di Combattimento.
Qui a Milano il fascismo è morto, mediante l'esibizione tragica dei corpi dei suoi capi.
Qui a Milano sono state scritte pagine fondamentali della resistenza, qui il CNL Alta Italia ha preso i pieni poteri dopo la rotta dei tedeschi e non a caso Aldo Aniasi, il mitico Comandante Iso delle Brigate Garibaldi in Val d'Ossola, dopo la guerra venne a Milano diventandone sindaco per due mandati.
Eppure la gente ne sa poco.
Sa poco soprattutto delle storie personali che hanno animato la resistenza, dei sacrifici e delle enormi sofferenze che alcune donne ed uomini hanno sopportato per la libertà di tutti.
Alcune persone, non così tante come a volte si racconta, perchè purtroppo la realtà è che Mussolini ha goduto a lungo di un consenso vastissimo, e in questo nostro paese, che è sempre uguale a se stesso, dopo il 25 aprile sono diventati tutti partigiani, comprese persone che fino a due giorni prima si dicevano fasciste.
Quindi, quando si sente qualcuno dire che ha fatto la resistenza, è meglio farci sempre un po' di tara.
Però ad esempio io a mia madre credo, e lei mi racconta che quando era bimba (è del 1933) le facevano portare in bicicletta i messaggi per i partigiani nascosti sotto il cibo nel cestino.
E mi racconta dei ragazzi, poco più che bambini, catturati, torturati ed impiccati dalla sbirraglia fascista.
Mi racconta anche della pietà, che persino nei momenti più atroci ogni tanto compare.
Come quando, durante la ritirata dei tedeschi (lei è di Verona) un soldatino della Wehrmacht rimasto isolato dai suoi fu catturato dalla gente, gli furono tolti gli scarponi e fu obbligato a correre scalzo attraverso un campo di granturco dove avevano appena tagliato le spighe, in modo che si ferisse i piedi.
Fino a quando sono arrivati i partigiani veri che hanno disperso la folla sparando in aria, hanno preso questo sfigato e lo hanno fatto andare via.
Oggi siamo liberi, grazie a queste persone.
La libertà di cui non godiamo è quella cui noi stessi rinunciamo, lasciandocela portare via per pigrizia.
Nessuno può dire che ci sia un pensiero unico, disponiamo di decine di giornali e di centinaia di emittenti radio e tv.
Se leggiamo un solo giornale, o peggio non ne leggiamo nemmeno uno, e se guardiamo una sola tv, non possiamo prendercela con nessuno.
Allora non era così.
La pluralità delle opinioni era stata soppressa, con le armi e la violenza.
I partigiani, e più in generale i resistenti, hanno vissuto quella realtà e l'hanno combattuta per loro stessi e per chi sarebbe venuto dopo.
Io li ringrazio, tutti, comunisti, liberali o monarchici che fossero.
Segnalo un bel libro,"Io sono l'ultimo. Lettere di partigiani italiani", edito da Einaudi Stile Libero.
Ne cito due passaggi.
Il primo è di Anita Malavasi, dalla provincia di Reggio Emilia, 1921 - 2011.
"In montagna si dormiva insieme, per terra, nei boschi, uomini e donne. L'amore non contava niente. L'importante per noi era aiutare. Io ero anche fidanzata, lo lasciai quando mi disse che fare la partigiana mi avrebbe reso indegna di crescere i suoi figli. Non mi sono più sposata, anche se in montagna avevo trovato un ragazzo...lui sì lo avrei sposato se non me lo avessero ucciso, aveva una mentalità aperta, ma uomini così non ne ho più trovati. L'unico nostro bacio è stato d'addio".
Il secondo è di Aldo Sodero, dalla provincia di Torino, classe 1928.
"Si facevano i chilometri in bicicletta per trovare qualcosa da mangiare, lo si metteva nei barattoli di vetro, si cascava dalla bicicletta e si doveva dividere con le mani il cibo dal vetro. Il momento era quello. L'ho raccontato a mia figlia. Ai miei nipotini di sei e sette anni appena hanno avuto le orecchie per sentire una voce che non fosse quella della loro mamma. Lo racconto a voi, pur sapendo che certe cose non si possono capire. Erano tempi di scelte. Io ho scelto la parte giusta".
Ecco, io di gente come questa mi sento debitore, e la lezione che ricavo dalla loro vita è che la libertà, che noi oggi godiamo, non è gratis e non è per sempre.
Va conquistata, riconquistata e difesa tutti i giorni, da ciascuno di noi, con dignità e coraggio.
Buon 25 aprile a tutti.

12 commenti:

  1. grazie buon 25 aprile anche a te....da domani si ricomincia, oggi si festeggia, domani si continua a resistere.

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  2. Grazie delle tue parole e del tuo post :)
    Quando trovo persone come te o Nick e tante altre ancora in questo oceano del web, sono quasi felice di fare parte di questo mondo :)

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  3. Un post stupendo, complimenti!
    Dobbiamo molto a questa gente e non dobbiamo adagiarci su questa libertà guadagnata da altri, dobbiamo continuare a lottare per poterne avere ancora!
    Buon 25 aprile giunto ormai al termine.

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  4. Buona Liberazione ... anche oggi, sempre!

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  5. Dobbiamo essere noi a far vivere sempre la luce della Libertà che loro ci hanno donato...ora e sempre Resistenza!

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  6. E' stato bello leggere questo post, mi ha fatto sentire lo spirito della celebrazione di oggi, anche se qui nessuno sa cosa sia successo il 25 aprile 1945 in Italia e rimango sola con i ricordi dei racconti che ho nel cuore.

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  7. Anche mio padre mi ha raccontato episodi di vita dei partigiani. Qui nella bassa romagna ci sono le valli e nel '45 erano molto piu vaste. Dormivano in piedi dentro l'acqua si sorreggevano l'un l'altro, ragazzi di vent'anni con la forza di un toro che crollavano come uno straccio a terra. Senza mengiare, senza bere, l'accqua delle valli li avrebbe uccisi. Uscivano dall'acqua con le gambe piene di sanguighe. Questi sacrifici dovremmo ricordarli di più. Complimenti Ezzelino, bell'articolo! Buona giornata.

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  8. Bellissimo post, c'è un gran bisogno di gente che ricordi cos'è successo nel '45, cos'è successo veramente intendo, non quello che spacciano oggi per verità, rubando le parole a Guccini per esaltare i repubblichini. Leggere tanta gente che la pensa così mi dà speranza.

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  9. Un grande abbraccio a tua madre, al padre di Galadriel e anche a mio nonno che non c'è più. Ma i suoi racconti erano simili e me li tengo stretti.

    Ieri ritrovarmi alla commemorazione della liberazione con un sindaco ed assessori di destra, mi ha fatto una brutta impressione.

    Quello che però mi ha dato speranza è stato un ragazzino con una maglietta con su scritto "PARTIGIANI SEMPRE". Che goduriaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.

    Un abbraccio.

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  10. Ci sono tutti i valori della Resistenza in questo articolo!

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  11. Il post è bello e commovente!Bisogna, parlare e raccontare, senza mai aver paura di ripetersi...Ci sono gli ultimi partigiani rimasti ancora in vita che vanno in giro a raccontare le loro storie e cchi sse frega della tara(sempre ammesso che ve ne sia): piu' tragiche sono le storie piu' forte è l'impatto, più decisa e violenta sarà la reazione contro qualsiasi atteggiamento fascista, nazista e simili..Gli auguri di buon 25 te li faccio ora, tanto, valgono per tutto l'anno, perche' tutto l'anno avremo dentro questi principi.Grazie ed un abbraccio!

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