Una telefonata sulla segreteria della
moglie Giulia subito prima di imbarcarsi su un aereo diretto in Europa dal
Brasile: è questa l’ultima traccia lasciata da Antonio Branco, il cui volo si
inabissa in pieno oceano poche ore dopo il decollo. Ma il suo nome,
inesplicabilmente, non compare nella lista dei passeggeri, e così Giulia decide
di andare a casa dei suoceri per fare chiarezza - nel destino di Antonio e
nella propria vita. Intorno a questo nucleo narrativo, Le penultime labbra
intreccia una serie di vicende che delineano un ricchissimo affresco di casi
umani e di psicologie: due liceali alle prese con la paura di crescere e di
incontrarsi, un grande poeta sconvolto dalla morte del figlio, una misteriosa
figura che abita una casa abbandonata, due anziani coniugi che devono fare i
conti con le incomprensioni del passato, i tradimenti reali e suggeriti di
Antonio... E su tutto aleggia il mistero sovrano della morte e dell’amore, che
Marinelli svolge col suo stile lirico e visionario, incorniciandolo in una
formidabile trama gialla.
La
sorpresa di questi arroventati scampoli di fine estate è un libro italiano, il
cui autore, Giancarlo Marinelli, sceneggiatore e drammaturgo, può vantare nel
proprio curriculum il Premio Campiello, vinto nel 2002, per il romanzo Dopo
L'amore. Le Penultime Labbra potrebbe essere definito, molto superficialmente,
come un thriller psicologico ( o meglio,un thriller dell’anima ), anche se questa
classificazione finirebbe per essere fuorviante e non renderebbe giustizia a
una narrazione assai più ricca di spunti rispetto a quella classica del noir.
Dopo una partenza lenta, propedeutica alla creazione dell'intreccio, Marinelli
è bravo a infittire il mistero, ad alzare il ritmo grazie a dosati colpi di
scena, ad avvincere il lettore con una trama originale e plausibilissima.
Eppure, nonostante i palpiti e la crescente curiosità circa il vero destino di
Antonio, i contenuti del romanzo non restano mai in superficie, e l'autore è
bravo a scavare nei tormenti psicologici di personaggi che si misurano con il
dolore di una perdita, vera o presunta che sia ( l'arcano verrà ovviamente
svelato solo nelle ultime pagine ). E' l'assenza, dunque, la vera protagonista
del romanzo. Un'assenza, quella di Antonio, che costringe la moglie Giulia, i
genitori, Francesco e Giovanna, e l'amico Paolo, a confrontarsi con il passato,
con il ricordo, con la speranza, con rapporti affettivi mai completamente
sinceri e con vuoti di parole che forse è ormai troppo tardi riuscire a
colmare. Ad arricchire la narrazione, lo sfondo di una caotica San Paolo, un
amore apparentemente impossibile e poetiche digressioni su Il Dolore,
capolavoro di Ungaretti, scritto in memoria del figlio Antonietto, morto
prematuramente. Le Penultime Labbra, nonostante una prosa cha a tratti si
compiace di un lessico vagamente desueto, resta un romanzo scorrevole e
piacevolissimo, che affascinerà coloro che, pur amando il genere giallo, non
vogliono rinunciare a una letteratura che sia anche di spessore.
Blackswan, lunedì 27/8/2012
grazie per il consiglio :))
RispondiEliminaMe lo farò comprare caro Black , amico mio...in questa altra fase di en passe , è quello che ci vuole, grazie!
RispondiEliminaE questo si segna nel listone senza ombra di dubbio.
RispondiEliminaMa quest'autore sai di dov'è?
Ha il cognome di mia madre :D
Cosa mai significa " ...pur amando il genere giallo, non vogliono rinunciare ad una letteratura che sia anche di spessore"????????????
RispondiEliminaMi piace parecchio..almeno, dalla tua descrizione, è il genere di libro che mi affascina molto :)
RispondiEliminaE anche questo finirà nella mia immensa libreria..:)
Mi sembra proprio da leggere, visti gli aspetti qui sottolineati di compiuta vicenda contemporanea e - particolare a me gradito - di linguaggio talora desueto.
RispondiEliminaSembra interessante, non lo conoscevo.
RispondiElimina@ Irriverent : eccomi, con colpevole ritardo.Purtroppo il pc rotto per un mese e una certa frenesia della vita, mi hanno impedito di vedere il tuo commento.
RispondiEliminaIntendevo semplicemente il fatto che,solitamente, i thriller e i gialli, non hanno un grande spessore culturale e introspettivo ( di livello, mi ricordo solo qualcosa di Patricia Highsmith e poco altro ), mentre questo libro abbina la suspence di genere a belle riflessioni sulle dinamiche affettive e interessanti excursus sulla figura di Ungaretti.
Promosso ?
@Black. Il mio problema e' che sono una malata di gialli e noir e mi sono sentita (come capita spesso...ma nn me lo aspettavo da te ;-) ) una lettrice di serie C .Mentre ci sono autori (vedi Simenon e Izzo) di ottimo livello.
EliminaGrazie. Adesso sono contenta :-)
@Irriverent : anche io adoro i gialli e i noir ( hai citato due autori straordinari,peraltro )e non mi permetterei mai di darti della lettrice di serie C.Solo che,per la mia esperienza, mi pare difficile che ci siano giallisti così bravi da abbinare contenuti e suspence.Se poi qualcuno ci riesce, leggere diventa un piacere doppio :))
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