Si è appena conclusa la trentesima edizione delle Olimipadi dell'era moderna.
Una bella festa di sport e di popoli.
Se ne avete occasione, andate ad Olimpia in Grecia.
E' un posto bellissimo, che può trasmettere emozioni forti anche a chi non è particolarmente appassionato di sport.
Si percepisce la sacralità del luogo, che non era la sacralità della vittoria (pure importantissima anche allora) quanto piuttosto la sacralità del rito e delle regole.
C'era un tempio in cui gli atleti ed i giudici giuravano fedeltà alle regole di Olimpia, ed era un luogo non meno rilevante del tempio di Zeus o di Era o dello stesso stadio.
Pensate, fuori dallo stadio c'erano delle statue ma non erano dedicate ai vincitori.
Erano dedicate agli imbroglioni, con le loro fattezze e con il loro nome, il nome dei loro padri e la città di provenienza, perchè la loro vergogna fosse di monito a chi pensava di poter fare a sua volta il furbo e vincere slealmente.
A tremila anni di distanza, le Olimpiadi restano una pausa tutta particolare tra le brutture del mondo.
Restano una festa di sport, di nazioni ma soprattutto di popoli e di esseri umani.
Restano un momento in cui si possono vedere ragazze musulmane, forse ai nostri occhi un po' goffe e strane con i loro capi velati, comunque orgogliose di esserci e di mettere il loro piccolo grande mattone nella costruzione di un percorso di liberazione.
Si possono vedere i neri dominare, come a ricordarci che tutto quello che è stato fatto loro nei secoli non ha intaccato di una virgola il loro ruolo di superuomini, altro che gli Ubermenschen di cui vaneggiava quel pazzo di Hitler.
Si possono vedere, soprattutto, uomini e donne che arrivano da paesi lontanissimi, o da paesi tra loro belligeranti, che si sfidano secondo regole condivise e che dopo si abbracciano.
Perchè quando si corre su una pista, o si nuota, o si gioca a basket o a pallavolo, siamo tutti uguali, tutti bambini felici che giocano allo stesso gioco meraviglioso.
Confrontarsi, superarsi anche, ma volendosi comunque bene od almeno rispettandosi.
Dura tre settimane ogni quattro anni, e però ci fa capire e ci ricorda che un altro mondo ed un altro modo di vivere sono possibili.
E' un retaggio che arriva a noi direttamente da una civiltà antica, eppure modernissima, e chi se ne frega se la Grecia di oggi è un po' sfasciata.
Le dobbiamo comunque molto, e lo si capisce bene, anzi lo si percepisce sulla pelle, se si va lì, all'origine di questo magnifico pensiero che induceva le genti a sospendere le guerre, a smettere di massacrarsi a colpi di spada e lancia, e a vedere invece chi era più bravo a correre o a lanciare un disco.
Noi ormai ci siamo abituati a pensare che chi ci contrasta sia un nemico da abbattere con qualunque mezzo.
Se riuscissimo a considerarlo invece un avversario da superare, magari giocando pulito, e basta, forse molte cose andrebbero meglio.
Se ve ne capita l'occasione, andate ad Olimpia: non ve ne pentirete.
E' stata veramente una boccata di aria pulita in mezzo a tanto marciume che ci circonda ... Arrivate al momento giusto! Buon ferragosto a tutti!
RispondiEliminaMarco Aurelio Fontana che corre in bici senza sellina E' l'Italia(no)!
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