Genere : Hard Rock
Recensire la musica che amo è cosa oltremodo complessa: da un lato c’è l’imperativo categorico di mantenere un apporocio neutro e l’obiettività di critica ; dall’altro, invece, premono i gusti musicali che occorre tenere a freno perché non assurgano a metro di giudizio valido per tutto. Insomma, è come farsi una scivolata in mutande in un campo di ortiche e sperare di uscirne indenne. I rischi, poi, con Black Country Communion sono raddoppiati, dal momento che è la classica band che ha tutte le carte in regola per farsi stroncare : hard-rock derivato dagli anni ’70, abilità tecnica che i più cinici detrattori direbbero “ fine a sé stessa “ e quell’aurea ( a dir la verità molto involontaria ) di supergruppo da una botta e via. Invece, Glenn Hughes ( ex Deep Purple ), Joe Bonamassa (uno dei migliori chitaristi rock-blues in circolazione ), Jason Bonham (figlio talentuoso dell’immenso John Bonzo Bonham, indimenticato batterista dei Led Zeppelin ) e Derek Sherinian ( Dream Theater ) sono già arrivati al terzo album in studio in due anni ( oltre al fantastico Live Over Europe uscito a febbraio di 2012 ) e non sembrano assolutamente mostrare la corda ( come faccia poi Bonamassa a tenere i ritmi di creatività degli ultimi mesi è un mistero della fede ) . Anzi, questo Afterglow, ad essere sinceri, è il miglior disco del combo anglo – americano, che evidentemente, come un vino importante, più passa il tempo e più si struttura e acquista corpo. Che i ragazzi sapessero suonare divinamente se ne sarebbe accorto anche un sordo e quindi la considerazione lascia il tempo che trova, è inutile e gratuita. Stupisce semmai il piglio e la freschezza di queste undici canzoni ( prodotte magnificamente da Kevin Shirley – già Aerosmith, Hoodoo Gurus, Slayer e Iron Maiden ) che non mostrano un punto debole che sia uno, che hanno un bel suono vintage ma mai arcaico, e che si colorano della sbrigliata e sudata freschezza di una jam improvvisata su due piedi ( ascoltate la funambolica Common Man, e il rincorrersi degli assoli, nei quali i Deep Purple all’improvviso si trovano a braccetto con uno scintillante funky rock ). Aggiungiamoci anche che finalmente Sherinian si è guadagnato lo spazio che si meritava ( e il suono ne ha guadagnato perché è diventato più pieno ) e che Hughes azzanna alla gola le canzoni con un’ugola che, strano a dirsi, è migliorata con l’età, e avremo il quadro completo. Anzi no, dimenticavo: le ballate sono state praticamente accantonate, così come le aperture più melodiche, e i “ragazzi “ picchiano come fabbri dall’inizio alla fine con un piglio da rocker di razza ( la conclusiva Crawl, col suo riff bluesy e sabbathiano e gli arabeschi fulmicotonici di Bonamassa, ne è la prova provata ). Per gli amanti del genere, un disco imperdibile. Per gli altri, pure.
Recensire la musica che amo è cosa oltremodo complessa: da un lato c’è l’imperativo categorico di mantenere un apporocio neutro e l’obiettività di critica ; dall’altro, invece, premono i gusti musicali che occorre tenere a freno perché non assurgano a metro di giudizio valido per tutto. Insomma, è come farsi una scivolata in mutande in un campo di ortiche e sperare di uscirne indenne. I rischi, poi, con Black Country Communion sono raddoppiati, dal momento che è la classica band che ha tutte le carte in regola per farsi stroncare : hard-rock derivato dagli anni ’70, abilità tecnica che i più cinici detrattori direbbero “ fine a sé stessa “ e quell’aurea ( a dir la verità molto involontaria ) di supergruppo da una botta e via. Invece, Glenn Hughes ( ex Deep Purple ), Joe Bonamassa (uno dei migliori chitaristi rock-blues in circolazione ), Jason Bonham (figlio talentuoso dell’immenso John Bonzo Bonham, indimenticato batterista dei Led Zeppelin ) e Derek Sherinian ( Dream Theater ) sono già arrivati al terzo album in studio in due anni ( oltre al fantastico Live Over Europe uscito a febbraio di 2012 ) e non sembrano assolutamente mostrare la corda ( come faccia poi Bonamassa a tenere i ritmi di creatività degli ultimi mesi è un mistero della fede ) . Anzi, questo Afterglow, ad essere sinceri, è il miglior disco del combo anglo – americano, che evidentemente, come un vino importante, più passa il tempo e più si struttura e acquista corpo. Che i ragazzi sapessero suonare divinamente se ne sarebbe accorto anche un sordo e quindi la considerazione lascia il tempo che trova, è inutile e gratuita. Stupisce semmai il piglio e la freschezza di queste undici canzoni ( prodotte magnificamente da Kevin Shirley – già Aerosmith, Hoodoo Gurus, Slayer e Iron Maiden ) che non mostrano un punto debole che sia uno, che hanno un bel suono vintage ma mai arcaico, e che si colorano della sbrigliata e sudata freschezza di una jam improvvisata su due piedi ( ascoltate la funambolica Common Man, e il rincorrersi degli assoli, nei quali i Deep Purple all’improvviso si trovano a braccetto con uno scintillante funky rock ). Aggiungiamoci anche che finalmente Sherinian si è guadagnato lo spazio che si meritava ( e il suono ne ha guadagnato perché è diventato più pieno ) e che Hughes azzanna alla gola le canzoni con un’ugola che, strano a dirsi, è migliorata con l’età, e avremo il quadro completo. Anzi no, dimenticavo: le ballate sono state praticamente accantonate, così come le aperture più melodiche, e i “ragazzi “ picchiano come fabbri dall’inizio alla fine con un piglio da rocker di razza ( la conclusiva Crawl, col suo riff bluesy e sabbathiano e gli arabeschi fulmicotonici di Bonamassa, ne è la prova provata ). Per gli amanti del genere, un disco imperdibile. Per gli altri, pure.
VOTO: 8
Blackswan, lunedì 29/10/2012
Bello m'è piaciuto! ottimo pezzo!
RispondiElimina;)
Sono "ragazzi"; picchiano come fabbri, i riff sabbathiani e gli arabeschi fulmicotonici di Joe Bonamassa (la sua sola presenza, per me, so pop, basterebbe:-)...ho trovato i miei nuovi compagni di sudate:-)
RispondiEliminaSul fatto che mi piaccia non c'è dubbio, ma non c'è neanche dubbio che continuiamo a guardare indietro....
RispondiEliminaBro, grande recensione, come sempre, e che cazzo di gran disco questo! ^_^
RispondiEliminaCon i Black Country Communion si va sul sicuro comunque, vintage forse, magari scontati (non troppo), ma vorrei vedere chi riesce a star feermo con pezzi come questi! ^_^
Ma che ignoranza grezza...
RispondiEliminaCerto conocevo qualche solista, ma 'sto gruppo non l'avevo mai sentito...
Ma dove vivo? A Wonderland?( ti preparo una pillolina che ti piacerà un sacco, mi sto facendo già il fagotto per non essere cacciata via...)
Indubbiamente , dopo averlo ascoltato,da non perdere....
Arigrazie , caro Nick!
Se Sherinian avesse lo stesso spazio che ha Bonamassa mi farebbe decisamente piacere perchè le capacità ce le ha, comunque grande disco che ha causato degli attriti tra Huges e Bonamassa:il primo ha accusato il secondo di essere troppo impegnato e di trascurare il gruppo
RispondiEliminaNiente affatto male questo pezzo...tutto sommato sei riuscito ad uscire indenne dal tuo scivolamento in mutande nel campo d'ortiche ;)
RispondiElimina@ Colette : mi fa piacere, Colette :)
RispondiElimina@ Irriverent : così la smetti di ascoltare la canzone francese che con il sudore non ci azzecca niente :)))
@ Euterpe : hai proprio ragione, finiamo sempre a infilarci nel tunnel nostalgia. Ma sto disco, porco il mondo che c'ho sotto i piedi, è proprio bello :)
@ Lozirion : praticamente impossibile.Io mi slogo sempre la cervicale :)
@ nella : non si può conoscere tutto, ovviamente, ma per un rocker i BCC sono imperdibili :)
@ Massi : praticamente in questo periodo Bonamassa è come il prezzemolo: lo trovi ovunque.Mi sa che ha ragione il buon Glenn :)
@ Mary : si, ce l'ho fatta alla grande :)
@BLACK: la musica francese è da cyclette. Questi se la devono giocare con AC/DC e Grateful Dead...musica da tapis roulant ;-)
EliminaGrande stima per Bonamassa, ma non ci posso far niente la voce di Hughes proprio non mi va giù...
RispondiEliminacondivido ogni parola che hai scritto.
RispondiEliminafra i tre album è il migliore senza ombra d dubbio.
non vedo l'ora di tornare a vederli live! :-)
Molto bravi, ma non li conoscevo, fatto non inusuale per il sottoscritto. Pezzo "rock" d'annata - buona! - anche il tuo, però!
RispondiElimina@ Good Vibration : sarà che a me piacciono entrambi :) Certo, Bonamassa un pò di più :)
RispondiElimina@ Anonimo : benvenuto ! Non li ho mai visti dal vivo, ma mi sono goduto lo splendido dvd uscito a febbraio. Ovviamente, questa volta, ci sarò anche io :)
@ Adriano : D'annata è la definizione giusta, caro Adri :)
Direi, al primo ascolto, che si sente troppo "mancanza" di Bonamassa ! John Hughes non riesce di fare da solo un gran album! Senza Bonamassa, al tempo pieno, sono una grande bend, però niente altro !!!
RispondiElimina@Blackswan: Il ferro va battuto finchè è caldo
RispondiEliminaAggiungerei che il gruppo con questo album si congederà al suo pubblico, dovuto purtroppo agli impegni solisti di bonamassa , mentre huges ha espressamente voluto una continuità soprattutto per i tour
RispondiEliminaAggiungerei che il gruppo con questo album si congederà al suo pubblico, dovuto purtroppo agli impegni solisti di bonamassa , mentre huges ha espressamente voluto una continuità soprattutto per i tour
RispondiEliminaStratosferico questo album!!!! Speriamo di vedersi live!!!
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