A
proposito di randellare : a cagione di una certa esuberanza atletica e di
un'interpretazione sommamente virile del ruolo, finii con il tempo per
collezionare una serie di soprannomi non certo lusinghieri, anche se, devo
ammettere mio malgrado, decisamente azzeccati. Il primo nomignolo me
lo affibbiarono dopo un derby contro la Cascina Ferrara ( ai tempi giocavo a
Saronno, nella squadra del Quartiere Santuario ), partita che terminò con una
mega rissa da saloon e conseguente retata delle forze
dell'ordine. Pioveva a dirotto, il campo era ridotto a un acquitrinio
fangoso e la rivalità
piuttosto accesa fra le due compagini aveva, per così dire, esacerbato un
filo gli animi dei tifosi. Accecato dall'ardore, con una proditoria ( e assai
scomposta ) entrata in scivolata, riuscii nell'impresa di atterrare
( rectius : abbattere ) tre avversari in un colpo solo ( credo che il
record resista imbattuto a ogni latitudine del globo ). Da quel giorno,
venni chiamato " il chirurgo ", appellativo al quale, nel corso degli
anni, ne seguirono altri, non meno lusinghieri, quali " assassino
", " zappatore ", "il bastardo " e per
finire "il collezionista di ossa ". Che poi, a dire il
vero, non ero nemmeno così cattivo: nella mia carriera ho preso solo tre
espulsioni e tutte per fallo di reazione ( quando mi sputavano, spero capiate, mi
partiva l’embolo della violenza ). Tuttavia, finirono per disegnarmi così, e la
cosa, a dire la verità, mi dispiaceva assai, dal momento che, in cuor mio,
sapevo di essere un giocatore un pò ruvido ma sostanzialmente leale.D’altra
parte, quello del mediano è un ruolo difficile e reietto, che vive soprattutto
di contraddizioni prima che di epica. Altro che l’immagine banale e
stereotipata di cavaliere senza macchia e senza paura, data da Ligabue in
quella pessima canzone che, ne converrete, ha finito per deprimere un’intera
categoria di onesti faticatori. Perché, diciamocelo fuori dai denti, il mediano
è sostanzialmente uno sfigato, è il nerd del gruppo. Quando la squadra vince,
il mediano la coppa non la alza, al massimo la lucida, e nelle foto di rito,
quelle che incensano la vittoria, lo troverete sempre in seconda fila, il volto
stravolto e il sorriso impallato da un braccio o una mano di
qualcuno che esulta. Un mediano è il collante ( anche fisico ) e l'anima della
squadra, la prova materiale della giustezza del termine "collettivo
". Eppure è solo, è il giocatore più solo di tutti. Non per indole, ma per
necessità : un mediano dialoga con i propri pensieri di fatica, ascolta il
grido disperato di polmoni esausti, si concentra su cose belle e lontane per
sopportare il dolore delle botte prese ( e date ), vive in un universo
parallelo nel quale non esistono delizie ma solo croci da portare. Il mediano
vive nell'ombra, è brutto a vedersi, è sbeffeggiato per i piedi grezzi, e sa
nell'intimo che la riconoscenza non circola mai dalle sue parti. Li guardi
negli occhi i mediani e hanno tutti lo stesso sguardo : un lampo di generosità annebbiato
da quel velo di smarrita tristezza che affligge tutti coloro che già
conoscono il proprio destino. Perchè se uno è un numero 4, lo sarà per sempre,
sul campo e nella vita.
Ormai, ho smesso di giocare e faccio l'allenatore. Un
pò per sopraggiunti limiti d'età e un pò ( molto ) perchè mi sono rotto,
distorto e lussato tutto lo scibile osseo e legamentoso: due denti, il setto
nasale, tre dita della mano, due costole, entrambe le caviglie, un
ginocchio e tre o quattro articolazioni di cui non ricordo il nome. Mi
manca, come l’ossigeno sott’acqua, il campo da gioco, quel rettangolo verde che
un tempo era di erba e oggi, spesso e
volentieri è un tappeto artificiale zeppo di bruscolini di gomma tossica.
Eppure, sono felice perchè sto ancora in mezzo ai ragazzi, insegno quel poco di
calcio che conosco, continuo a emozionarmi per il rumore dei tacchetti
sul pavimento dello spogliatoio, per l'odore di sifcamina che punge le
narici e per quello meno nobile del sudore e del fango nel dopo partita. Ho
anche cambiato il mio modo di vedere il calcio : un tempo correvo per
difendere, oggi produco alchimie tattiche per riuscire a mettere in campo tre punte e
magari anche un paio di ali alte. E' strano, ma da mister son tornato la punta
che tutti pensavano fossi da ragazzino. Nell'anima però non sono cambiato
e la vita continuo a viverla, ogni giorno, con quel maledetto numero
4 marchiato a fuoco sulle spalle. Che sempre mi ricorda chi sono. Correre,
soffrire, sudare e apparecchiare la vittoria per gli altri. Senza gloria, un
riconoscimento o un grazie. Se va bene, forse, arriva la pacca sulle spalle, ma
non sempre è Natale. Se sei un mediano, non ci sono cazzi, funziona così. E da
tempo, ormai, me ne sono fatto ( un’orgogliosa ) ragione.
Il Post è dedicato a Giacinto Facchetti, idolo della mia infanzia, a Lele Oriali, che oggi compie sessant'anni, ed è stato il mio modello calcistico, e a Oreste, che non c'è più e mi manca tanto.
Il Post è dedicato a Giacinto Facchetti, idolo della mia infanzia, a Lele Oriali, che oggi compie sessant'anni, ed è stato il mio modello calcistico, e a Oreste, che non c'è più e mi manca tanto.
Blackswan, domenica 25/11/2012
Qualche lacrima l'ho versata, di nuovo. :')
RispondiEliminaSecondo me, invece, sei un numero uno.
Ho sempre adorato i numeri quattro, non tanto per il ruolo ma quanto per una mia innata passione per quel numero.
RispondiEliminaEssendo ovviamente di parte ne ricordo qualcuno : Gondrand Pasinato,Adriano Pirazzen ( Piraccini ), Matteoli ( di numero ma non di ruolo ) e poi basta perchè è incominciata la minchiata del numero fisso e quindi stop al mediano numero 4
Ahhh si, per un'inizio domenicale positivo, questo post mi mancava e invece eccolo, vibrante , tenero, rude,dinamico, commovente , tutto il quella parola " mediano" che ha fatto piovere una ridda di emozioni...
RispondiEliminaGrazie ancora mio Capitano!
Smettila di farti scudo di quel numero 4 e di lucidare la coppa. Tira fuori la numero 10 ( come Platini o Alex.....) e indossala ;-)
RispondiEliminaCioè sto piangendo..ma ti rendi conto ?? Complici forse anche i "The Black Swans"..non lo so..ma questo post è semplicemente meraviglioso, è vero, è carico di emozioni e di ricordi. Mi ha toccata dentro, perché per certi versi e per motivi diversi, molte sensazioni mi appartengono. Nella vita l'importante è essere sempre e comunque qualcuno di cui andar fieri. Di cui noi stessi dobbiamo andar fieri. Io mediano mi ci sento da una vita...ed è sempre quella la mia sensazione..proprio quella di stare nell'ombra..di farmi il culo per tutti, di arrivare senza fiato.. per poi sentirmi dire, alla fine, frasi del tipo : "hai fatto il tuo dovere", oppure "devi dire grazie a me se..". Oggi, solo oggi ho capito, invece, di avere tanti meriti, e che devo dire grazie solo a me stessa per ciò che sono. Ho lottato per essere ciò che sono. L'immagine delle "alchimie tattiche" è bellissima.
RispondiEliminaAmo i numeri 4, perché tra i numeri 4, ci metto anche me stessa :)
Buona domenica :)
Nella vita noi comuni mortali siamo tutti numeri quattro. Ti fai due coglioni grandi come un palazzo per portare a casa i tre punti e il massimo che ottieni è la metà della metà di quello che vorresti. La vita è il peggior catenaccio da scardinare e ci vuole pazienza nel farlo. Mentre provo a scardinare il mio sale la tensione per stasera
RispondiEliminaBellissimo post, tenerissimo. Grazie :)
RispondiEliminaQuesto è l'aspetto piu' bello del calcio fatto dalle nobili storie e dai sogni di ognuno. Da questo mondo sono totalmente fuori alcuni di quegli individui che si definiscono tifosi ma che in realtà sono solo attaccabrighe e violenti.
RispondiEliminaAl solito, post divertente ma anche commovente.Come succede nello sport e nella vita.
Fratello mio,
RispondiEliminadopo tutti questi incidenti fisici,lussazioni varie e ossa rotte ti immagino come un "Frankenstein-mediano".
Però giocare con tre punte non è mica da tutti.
P.S.: finalmente abbiamo battuto quella strana squadra piemontese e quello che dà più soddisfazione sta nel fatto che il rigore ci è stato chiaramente regalato.
Adesso datevi da fare voi!!!!
Post magnifico, e devo dire che il fatto di essere diventato allenatore un po' te lo invidio, anche se probabilmente non ne avrei avuto la pazienza.
RispondiEliminaTre cose però le voglio puntualizzare.
La prima: i mediani, nel calcio come nella vita, bisogna solo ringraziarli (come anche i difensori, ma i mediani forse un po' di più).
La seconda: so che il Liga ti sta sui maroni come pochi altri, ma a me sembra che quella canzone catturi piuttosto bene lo spirito del ruolo, e sia in linea con il modo in cui anche tu lo descrivi.
La terza, ma per me la più importante: nel calcio come nella vita, ci sono modi diversi di essere centravanti.
Quelli che hai implicitamente descritto tu sono i Paolo Rossi, gli Inzaghi, delle specie di ninja che si infrattano fino all'ultimo e poi piombano come falchi su palloni raramente costruiti da loro.
Che è una qualità, indubbiamente, ma non è una qualità che mi esalta.
Però ci sono anche i Riva, i Boninsegna, i Rummenigge, i Vieri, che combattono, le danno e le prendono, e vanno in porta certamente aiutati dalla squadra ma anche tanto con le loro forze.
Da modesto centravanti di periferia quale sono, prima ancora di capire bene quali fossero le mie caratteristiche, ho sempre saputo molto bene che tipo di attaccante volevo essere.
E poi ho cercato anche di vivere così, come tante altre persone ovviamente.
Questo per dire che ha senz'altro ragione Massi quando dice che nella vita siamo tutti un po' mediani, però la cosa bella è, quando ti capita una palla buona, cercare di sbatterla dentro alla Riva e non alla Paolo Rossi.
Ciao bro, ci saremmo divertiti a giocare insieme.
Ciao Compagno Davvero un bellissimo blog, passa anche dal mio ciao!
RispondiElimina@ Domani : troppo buona :)
RispondiElimina@ Euterpe : concordo con la tua passione per il numero :) Mi hai ricordato il grande Piraccini, onestissimo pedalatore, adorato dalla curva nord. Non dimentichiamo, però, che oggi il numero 4 è vestito dal più grande di tutti.
@ Nella : non potevo certo mancare all'appuntamento :)
@ Irriverent : hai citato grandi giocatori, soprattutto il primo. Ma i miei numeri 10 sono Diego Armando e Evaristo.:)
@ Mary : quella delle alchimie tattiche non è solo un'immagine ma la dura verità di ogni vigiglia calcistica :)
@ Massi : e direi che ieri sera è andata anche molto bene ( salvo che la partita è stata la più noiosa dell'anno ).
@ Lady Left : Grazie a te per averlo letto :)
@ Mr Hyde : hai proprio ragione. E se vai a guardare bene, di solito, nella stragrande maggioranza dei casi, quei delinquenti che si vendono come tifosi, non hanno mai fatto un giorno di sport in vita loro.
@ Granduca : bella l'immagine del Frankeinstein mediano. :) Che dirti ? Un pò acciaccato lo sono davvero, anche se molto meno in relazione a tutte le botte che ho preso. brutta partita e rigore inesistente : ma quanta soddisfazione da battere così i gobbacci ? e ' la legge del contrappasso....:)
@ Ezzelino : Bro, la mia disquisizione sugli attaccanti era fatta con il massimo rispetto. Ci sono stati centravanti di "peso " che mi hanno divertito, KHR su tutti. E a proposito di attaccante di periferia : come ho scritto, c'è chi, come te, sa esattamente quale sia il suo ruolo.Non è cosa da poco.
Un abbraccio :)
@ Enly : passo senz'altro. Grazie :)
@Black: ti ho detto che il colore della maglia lo potevi scegliere tu. Se preferisci Eva o Diego poco importa...
Elimina@Blackswan: Chi se ne frega!!! Vincere alla gobba maniera proprio contro di loro è qualcosa che non ha prezzo
RispondiEliminaC'ho messo un po' per leggerli, 'sti post, ma alla fine ce l'ho fatta...
RispondiEliminagrazie.