L’idea del carrozzone musicale
itinerante non è certo nuova : ci aveva già pensato Dylan con il Rolling
Thunder Revue che arrivò fin sopra la tomba di Kerouac e i Beatles con il loro
allucinato Magical Mistery Tour. Tuttavia il film messo in piedi da Emmett
Malloy (già alla regia per The White Stripes Under Great White Northern Lights
) è di quelli che possiedono una freschezza e un’energia che li rende unici. Un
treno, duemila miglia da percorrere, un viaggio di dieci giorni da Oakland ( California
) a New Orleans, e tre band a dividersi il palco e le canzoni. Protagonisti di
questo eccellente rock on the road movie sono gli inglesi Mumford & Sons, la
string band più cool del momento, che quest’anno ha scalato le charts con il
singolo I Will Wait, gli Old Crown Medicine Show, storica band americana che ha
ridipinto il tradizionale bluegrass con pennellate punk e rock, e i funambolici
Edward Sharpe & Magnetic Zeros, combo statunitense di folk psichedelico capitanato
da Alex Ebert e dalla bella Jade Castrinos. Un viaggio, quello documentato con
maestria da Emmett Malloy ( finalmente un uso del rallenty che emoziona invece
che far bestemmiare ), che conduce le tre band attraverso i suggestivi scenari
degli Stati Uniti del Sud, in un contesto, quasi hippy, di condivisione ( anche
fisica ) di speranze, di entusiasmi e soprattutto di musica. Che, a ben vedere,
è l’unica protagonista del film : musica come ragione di vita, esperienza
inimitabile, energia che congiunge (e conduce), gioco e gioiosa alchimia con
cui l’uomo flirta con la natura.
Le meravigliose canzoni che compongono la
colonna sonora del viaggio (le tre band ci regalano il meglio della loro
produzione) ora si accendono dell’epica dell’on the road, ora di melanconico
intimismo, ora della travolgente energia di jam session, in cui il talento di
tutti i musicisti emerge con prepotenza, a dimostrarci che, anche un prodotto
all’apparenza commerciale come quello dei Mumford & Sons, sia in realtà
frutto di una perizia tecnica non indifferente. Un film emozionante e
divertente, che vi rapirà fin dalle prime sequenze, grazie a un filotto di
canzoni reinterpretate in modo memorabile. Su tutte, svetta per intensità Home degli
Edward Sharpe & Magnetic Zeros, grazie all'intreccio delle splendide voci di Ebert e della Castrinos e lo sferragliante omaggio finale a Woody Guthrie,
con una rilettura da caos organizzato di Bound For Glory. Il miglior film
musicale del 2012. Assolutamente imperdibile.
Blackswan, giovedì 27/12/2012
Da prendere in seria considerazione!
RispondiEliminaMi hai fatto proprio venire una gran voglia di vederlo!
RispondiEliminaGrazie per questi spunti..mi piace molto questa tua frase "musica come ragione di vita, esperienza inimitabile, energia che congiunge (e conduce), gioco e gioiosa alchimia con cui l’uomo flirta con la natura "
RispondiEliminaAllora..ti lascio un suggerimento, se hai modo, leggi "Il violino nero" di Maxence fermine : "Per una curiosa inclinazione dello spirito che talvolta rasentava la follia, Johannes Karelsky non ebbe nella sua esistenza aspirazione diversa da quella di mutare in musica la propria vita."
Buona giornata :)
SWEET HOME ALABAMA RULEZ, eeeeh ;-)
RispondiEliminaMi sembra sia un bel momento per i "film musicali" tra riedizioni (vedi i Beatles), e cose nuove. Anche a me è venuta voglia di vedere questo film...
RispondiEliminaIo amo i Mumford...e tu lo sai! :)
RispondiEliminaAnche se dici che sono sopravvalutati... :))
@ Nella : senza dubbio :)
RispondiElimina@ Lucien : sono sicuro che a uno curioso di musica come sei tu questo dvd faccia impazzire :)
@ Mary : grazie per il suggerimento :)
@ Irriverent : in questo caso,siamo un pò distanti dal southern rock.Però, le terre sono quelle :)
@ Alli : quest'anno è uscita un bel pò di roba interessante, effettivamente. Questo dvd mi è parso il migliore di tutti.
@ Gioia : a mio avviso,si.L'ultimo disco mi ha lasciato molto perplesso.Non sono da buttare, ci mancherebbe,ma le lodi sperticate mi sono sembrate eccessive :)