Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo che lavora nel fango che non conosce pace che lotta per mezzo pane che muore per un si o per un no. Considerate se questa è una donna, senza capelli e senza nome senza più forza di ricordare vuoti gli occhi e freddo il grembo come una rana d'inverno. Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore stando in casa andando per via, coricandovi, alzandovi. Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi.
L'ho riletta poco fa..ho qui con me il libro di Primo Levi..
Ieri sentivo l'ennesima straziante testimonianza di un sopravvissuto raccontata fra le lacrime e mi chiedevo che destino fosse toccato a queste persone. Una vita non vissuta perchè prima sono capitati in mezzo all'inferno senza saperne il motivo poi hanno trascorso il seguito degli anni nel devastante ricordo ancora vivo.
Solidarietà a questo popolo che ha subito una delle violenze più atroci della storia dell'uomo...peccato che con la palestina non faccia tesoro di quella sofferenza... Solidarietà anche al popolo Palestinese che deve sopportare l'arroganza del potere dello stato di Isdraele...
Voi che vivete sicuri
RispondiEliminanelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
L'ho riletta poco fa..ho qui con me il libro di Primo Levi..
Ieri sentivo l'ennesima straziante testimonianza di un sopravvissuto raccontata fra le lacrime e mi chiedevo che destino fosse toccato a queste persone. Una vita non vissuta perchè prima sono capitati in mezzo all'inferno senza saperne il motivo poi hanno trascorso il seguito degli anni nel devastante ricordo ancora vivo.
RispondiEliminaSolidarietà a questo popolo che ha subito una delle violenze più atroci della storia dell'uomo...peccato che con la palestina non faccia tesoro di quella sofferenza...
RispondiEliminaSolidarietà anche al popolo Palestinese che deve sopportare l'arroganza del potere dello stato di Isdraele...
Un vero giusto ricordo!
RispondiEliminaCome dimenticare?
RispondiElimina"...ventre ancora fecondo..." scriveva Brecht.
RispondiEliminaRicordare è un dovere. Perdonare? Vediamo.
RispondiEliminaPer quanto mi riguarda, perdonare mai.
RispondiEliminaHo fatto due bei post su tale giorno che ti invito a leggere sul mio blog.
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