Viaggiare, conoscere
posti nuovi, incontrare gente, sono tutte attività fondamentali, riguardano
il nostro patrimonio culturale, ci fanno crescere come essere umani, ci
migliorano. Eppure, spesso è bello tornare ai luoghi che conosciamo, ai profumi
e ai sapori di sempre, agli affetti più cari.La sensazione di ritorno a
casa lenisce le ferite dell'anima, talvolta ci procura un piacere vero,
come sfiorare con le dita la felicità. No, non sono impazzito. Questo lungo
preambolo mi è servito a spiegare meglio qual è il motivo che mi spinge
ancora a comprare (e a consigliare l'acquisto di) un cd di Buddy Guy e
di altri vecchi fratelli blues. Il fatto è che dopo tanto peregrinare
nelle vaste lande musicali del pianeta alla scoperta di nuovi suoni, ho bisogno
di ristorarmi con le cose che amo di più. Live At Legends non è infatti un
disco da ascoltare perchè ci cambia la vita o ci consente di scoprire chissà
quali alchimie musicali. Lo mettiamo sul piatto semplicemente perchè ci fa
divertire e ci da piacere. E' un disco, insomma, che si acquista per
goduria, sapendo esattamente, nota per nota, solco dopo solco, quello che
succederà. Un ritorno al passato, dunque, a emozioni lontane e antiche che ci
fanno sentire bene, in armonia con le nostre orecchie. Nessuna sorpresa,
ovviamente, e nemmeno vorremmo ce ne fossero. D'altra parte, Buddy Guy ha ormai
settantasei primavere, è in pista dal 1965 e suona sempre lo stesso maledetto e
sudatissimo electric blues. E va benissimo così. La scaletta infatti è di
prim'ordine : otto brani, tratti da due performance tenutesi il 29 e
il 30 gennaio del 2010 al Legends di Chicago (il pub di cui Guy è proprietario),
alcuni provenienti dal repertorio del chitarrista (un'indemoniata Damn Right I
Got The Blues) e alcuni classici che più classici non si può. Che dire
infatti di bombe come Mannish Boy di Muddy Waters, I Just Want To Make Love
To You di Willie Dixon, Boom Boom di John Lee Hooker, Strange Brew e Sunshine Of
Your Love dei Cream e una funkeggiante Voodo Chile dell'immancabile
Hendrix ? Tutto il bene possibile, ovviamente. Se poi a suonarle è uno dei
più grandi chitarristi di sempre il godimento è raddoppiato. Oltre alla parte
live, però, il cd contiene anche tre canzoni inedite incise dal
chitarrista ai Blackbird Studios di Nashville nel marzo del 2010. Un motivo
in più, questo, per far venire l'acquolina in bocca a tutti i fans di colui
che, insieme a Muddy Waters e B.B. King, è considerato il padre del Chicago
Blues.
VOTO :
7
Blackswan, venerdì 01/02/2013
Uno dei miei bluesman preferiti. Voce fantastica e chitarra suonata con grande stile.
RispondiEliminaUno dei miei bluesman preferiti. Voce fantastica e chitarra suonata con grande stile.
RispondiEliminaAnche per un non-amante del blues come me, un pezzo come questo può far veinre voglia di cambiare idea.
RispondiElimina" Seguirti " rischia di rovinare le mie già precarie condizioni economiche...:)))
RispondiElimina@ Good Vibration : concordo ! Grandissimo!
RispondiElimina@ Haldeyde : Mi fa piacere. Anche se sono convinto che ascoltare i dischi giusti ti possa trasformare in un amante del genere.:)
@ Badit : Nopn ti rovinare, mi raccomando. Al massimo ti mando io una chiavetta con tutta la musica che vuoi :)
@Black....come quella che io.sto ancora aspettandoooo?!??
Eliminaah ah ah ah
XXX