Quando acquisto un disco dei
The National, lo faccio rigorosamente a scatola chiusa, tanto so già cosa aspettarmi e so che non resterò
deluso.E' una bella sensazione, una sorta di benedizione per le mie orecchie e
il mio portafoglio. Metto nel lettore Trouble Will Find Me e ascolto
esattamente ciò che volevo ascoltare. Sembra
un pò come tornare a casa dopo un lungo viaggio, e riscoprire il piacere
di muoversi fra oggetti famigliari, sentire antichi profumi, tornare a
misurarsi con i sapori di sempre. Possano
piacere o meno, il dato obiettivo e inequivocabile è che il gruppo di Matt
Berninger, in dodici anni di attività, non ha sbagliato un disco che sia uno,
nemmeno a farlo apposta. Certo, il gruppo ha vissuto una lenta ma costante
evoluzione da quel Sad Songs For Dirty Lovers che, nel 2003, ci aveva commosso
con la sua disarmante urgenza espressiva. Oggi, il suono dei The
National è diventato più curato e stratificato, vive anche nelle
minuzie e nei particolari, e molte canzoni, che mantengono
però intatto lo stesso fascino di quelle contenute in dischi
come Alligator (2005) e Boxer (2007), possiedono un appeal superiore, in
grado cioè di raggiungere un pubblico più numeroso (ascoltate I Need My Girl e
capirete cosa intendo). Anche la voce di Berninger è cambiata, dal momento che,
come raccontano le cronache, ha smesso di fumare da un paio di anni. Il timbro
da crooner c'è ancora, ovviamente, ma il cantato si è fatto meno scorbutico, più
morbido, addirittura luminoso in certi passaggi che tempo fa sarebbero
risultati irrimediabilmente ruvidi. Eppure, nonostante questi piccoli, ma niente
affatto risibili cambiamenti, un disco dei The National, come dicevo all'inizio,
è qualcosa che ti aspetti e che sei felice di ritrovare così come te lo
immaginavi. La sensazione è un pò come quella che si prova quando si incontra un
vecchio amico, con il quale, nonostante il tempo trascorso dall'ultima volta, si
ricrea subito la medesima confidenza di allora, le stesse dinamiche di
coppia. Trouble Will Find Me, infatti, ci conduce nuovamente là, dove i
suoi predecessori ci avevano lasciati : nelle terre di un romanticismo minimale
e di un crepuscolo narrato con toni dimessi e colloquiali, in cui tutto
suona pacatamente sincero. Ed è curioso constatare come, se il primo ascolto del
disco ci lascia ancora, come sempre, tiepidi, i successivi crescono invece
inesorabilmente dentro di noi, portando alla luce la diafana bellezza di
gioielli come Pink Rabbits, Fireproof e Don't Swallow The Cap.
Insomma, Trouble Will Find Me è il solito, grande disco, dei The
National. Una band, una certezza.
VOTO : 7,5
Blackswan, martedì 28/05/2013
Blackswan, martedì 28/05/2013
Ammetto, in effetti, che il primo ascolto mi ha lasciata tiepida.
RispondiEliminaVedrò di metabolizzare e riascoltarlo più volte, per vedere che cosa cambia :)
Verissimo! Io ho incominciato ad amarlo dal terzo ascolto in poi: alla distanza escono sempre alla grande e con classe.
RispondiEliminaLo preferisco ad High Violet.
Una di quelle voci che mi piacciono...
RispondiEliminami piacciono,musica e voce
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Un timbro da crooner ci sta bene ogni tanto, dai!
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