Hanna Williams, next
big thing della scena british soul, ha avuto una rapida ascesa grazie a una
serie di colpi di culo niente male. Londinese, figlia d'arte, Hanna
inizia a cantare fin da giovanissima, ma esce dal tunnel dell'anonimato
solo quando, casualmente, durante un concerto in un piccolo pub dei sobborghi
londinesi, incontra Sharon Jones, (mica pizza e fichi!), che si innamora della
sua bellissima voce. Hanna, sotto il patrocinio della Jones, inzia a
incidere singoli per una piccola etichetta indipendente e la sua musica comincia a passare per radio, grazie a Craig Charles, che conduce un programma
alla BBC. Poco tempo dopo, un altro incontro fortuito : la Williams viene
notata da Hillman Mondegreen, leader dei Tastemakers, affiatato gruppo di soul e
R&B con un discreto seguito in patria, che la vuole alla voce solista. Hanna
entra nella band, con la quale parte per un tour in Inghilterra e partecipa a vari
festival. E qui, si verifica il terzo colpo di fortuna, perchè Hanna Williams e
i suoi Tastemakers vengono contattati da una piccola etichetta milanese (si
avete proprio letto bene), la Record Kiks, che propone loro un contratto
per un disco. Di lì a breve esce A Hil Of Feathers, un debutto talmente
brillante da produrre un immediato riscontro commerciale e da portare la band al
di fuori dei confini patri per un lungo tour europeo, poi interrotto per
problemi di gravidanza della cantante. Una band di musicisti talentuosi e la
splendida voce della Williams, capace di alternare asprezze a colate di
miele alla liquerizia, sono il fiore all'occhiello di un disco che che è un
autentico concentrato di groove. Suoni vintage, ovviamente, e molti riferimenti
che non passeranno inosservati. Viene in mente, in primo luogo, Betty Davis, con
la quale la Williams condivide un approcio ruvido nell'interpretazione dei brani
funk, e poi, a seguire, alcuni altri grandi nomi della scena black, come la
già citata Sharon Jones, Isaac Hayes, Otis Redding e perchè no, anche Amy
Winehouse. Dieci canzoni per un disco di breve durata che non soffre però
di momenti di stanca. Anzi, dopo svariati ascolti le canzoni crescono, rubandosi
la scena l'una con l'altra, a partire da Work It Out, primo singolo estratto,
con la voce della Williams in bella evidenza, fino al conclusivo strumentale,
Things To Come. Se siete appassionati di black music, tenete d'occhio la
ragazza. Ne vale davvero la pena.
VOTO :
7
Blackswan, venerdì 19/07/2013
Da provare, caro il mio killersottoilsole.
RispondiEliminapromette bene, sì! da non credere che un'etichetta milanese abbia avuto una simile intuizione!
RispondiEliminaNon male, non male.Grinta e ottimi musicisti dietro.
RispondiElimina@ Astrolabia : indubbiamente :)
RispondiElimina@ Nicolas : strano vero ? A volte anche in Italia ogni tanto ci azzecchiamo :)
@ Mr Hyde : di grinyta la ragazza ne ha da vendere e nel disco si sente eccome.
Very well!
RispondiEliminaLei ha una voce pazzesca, secondo me è il gruppo che non la supporta a dovere. Un buon disco comunque.
RispondiElimina@ Adriano : Oh yes !
RispondiElimina@ Harmorica : lo riascoltavo oggi : la voce è davvero notevole, tra le migliori ascoltate nell'ultimo anno. A me non dispiace nemmeno la band :discreta, non invadente, fa il suo.
mi sembra un gran pezzo!
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