A venticinque anni
dalla sua uscita nelle sale cinematografiche, Let’s Get Lost (Perdiamoci),
lungometraggio girato dal famoso fotografo di moda, Bruce Weber, sulla vita e
le opere di Chet Baker, esce in dvd in edizione restaurata, accompagnata da un
booklet (rarità per i dvd) ricco di foto e di note. Weber aveva conosciuto
Baker in un jazz club di New York nell’inverno del 1986 e aveva convinto il
trombettista a posare per un set fotografico. Da lì, l’idea, prima, di un cortometraggio;
poi, considerata la ricchezza di materiale in possesso del fotografo, l’intenzione
di girare un vero e proprio film-documentario della lunghezza di oltre due ore.
Un’impresa titanica, portata a termine nel giro di un anno e mezzo (il film fu
presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival nel
1988), che costò a Weber un ingente esborso di denari e un estenuante attività
di registrazione dovuta alla difficoltà di rintracciare Baker (che era solito
darsi alla macchia senza alcun preavviso) e alle pessime condizioni di salute dello
stesso. E’ il regista a raccontarlo, senza mezzi termini : “A volte dovevamo fermarci per un motivo o
per un altro, perché Chet era un drogato e non riusciva a fare due cose
contemporaneamente, dovevamo ricominciare tutto da capo.” Nonostante ciò, il risultato è un film di una
sincerità disarmante, reso magnificamente dalla fotografia in bianco e nero di
Weber, in cui l’ammirazione per il talento e l’arte di Baker vive in perfetto equilibrio
con la cruda realtà che emerge dalle testimonianze di famigliari e amici e
dalle interviste al grande musicista, ormai al limitare della propria
esistenza. Un artista, Baker, dotato di una genialità inquieta, che l’ha
portato a incidere veri e propri capolavori (inutile soffermarsi sulla magia di
una voce e di una tromba per certi versi uniche al mondo) in una corsa a perdifiato
verso l’autodistruzione. Eroina, cocaina, speedball, alcol, fumo, l’arresto, il
carcere, un’infinità di donne e di tradimenti, una personalità ambigua e spesso
levantina, un egocentrismo incapace di vivere in modo sano anche gli affetti
più cari. Questo era Chet Baker: un piccolo uomo dall’etica pret a porter, un attoraccio
di italici B-movie, un tossico dipendente senza freni, un mentitore abituale. Eppure,
nonostante il film non risparmi proprio nulla alla ricostruzione storica del
personaggio, ciò che resta negli occhi e, soprattutto, nelle orecchie è la
magia di una musica e di una voce divenute eterne. Così, quando verso la fine
della pellicola, Chet interpreta una versione struggente di Almost Blue di Elvis
Costello è davvero difficile trattenere le lacrime di commozione. Il film fu
candidato agli Oscar del 1988 nella sezione miglior documentario, e Chet Baker
morì ad Amsterdam, il 13 maggio dello stesso anno, in circostanze mai
completamente chiarite.
Blackswan, martedì 28/01/2014
Film splendido, mi hai fatto venire la voglia di rivederlo. Mi piacque molto, Chet è un'anima persa, comprai il vinile e lo ascolto ancora. E' vero che era profondo e leggero, indifferentemente:come vederlo infilato dentro una vasca da bagno ubriaco perso a suonare la sua tromba nei film di Celentano (o altri, non ricordo bene).Cantava come pochi. Bel post, grazie.
RispondiEliminaL'avevo visto anni fa, ora ho preso questa versione restaurata ed è davvero una delizia. Film splendido e una musica celestiale.Tra l'altro, Chet, parlava discretamente bene l'italiano, visto i suoi passati carcerari e cinematografici.
RispondiEliminaSai Blacky che ho visto quel film e lo ricordo abbastanza bene, sempre per quella mania di scovare pellicole in bianco e nero..
RispondiEliminaVeramente disarmante!
Grazie ancora per questo ricordo e per la straziante "Almost Blue"
Abbraccio forte della sera!