Tutto troppo semplice, troppo ovvio, troppo
prevedibile. Se mi pagassero a recensione, rifuterei di essere
ricompensato per quello che mi sto accingendo a scrivere. Sai che sforzo: sono
gli Allman Brothers Band e questo è l'ennesimo cd che recupera una loro storica
esibizione live. Che cosa potrei scrivere per guadagnarmi il guiderdone? Nulla
che tutti gli appassionati di classic rock già non
conoscano a menadito. Perchè il gruppo capitanato da Gregg
Almann e Dickey Betts (nello specifico di queste esibizioni, orfana da almeno
vent'anni del grande Duane) è la più grande jam band del pianeta (affermazione
superflua e volutamente apodittica) e ogni suo disco dal vivo ha ragione
d'essere solo perchè un certo tipo di musica è impossibile ascoltarla suonare
meglio. Così, è davvero inutile cincischiare troppo con le parole, dal
momento che, chi sa esattamente di cosa sto parlando, questo ennesimo live di
effervescente southern rock lo compra a scatola chiusa, senza bisogno di
leggere una mia frusta recensione. Per tutti gli altri, forse un paio di cose,
ma proprio solo un paio, vale la pena raccontarle. Play All Night
si compone di sedici canzoni, distribuite su due cd, registrate dal vivo
le sere del 10 e 11 marzo del 1992 al Beacon Theatre di New York, innanzi al
consueto tutto esaurito di un pubblico di fans entusiasta e rumoroso. La line
up dell'epoca, oltre a Gregg Almann e Dickey Betts, comprendeva anche Butch
Trucks, Mark Quinones, Jaimoe, Allen Woody e il grande Warren Haynes,
questi ultimi due destinati, di lì a poco, a formare i Gov't Mule.
Un'esondazione sonora di quasi due ore e mezza, in cui vengono alternati i
grandi successi della band ad altre canzoni più recenti, in cui a farla da
padrone è il perfetto interplay fra la chitarra di Betts (dal suono più
fluido e colorato) e quella di Haynes (dal suono più poderoso e
arrembante) che si sfidano in tumultuose cavalcate che sembrano non aver
mai fine. Splendide le versioni di Jessica, di In Memory Of Elisabeth Reed
(venti minuti di autentica goduria) e di Dreams, addirittura da capogiro
quella di Blue Sky, impreziosita da una serie di assoli da brivido.
Convince ed emoziona, infine, una super cover di Hoocie Coochie Man, preceduta
da un funambolico intro di chitarra di Warren Haynes, che canta anche il brano
con roco trasporto. Altro da aggiungere alla recensione più farlocca della
storia? Direi proprio di no. Quindi, se amate la buona musica, fiondatevi nel
negozio di dischi più vicino a casa e acquistate questa autentica gemma.
Consigliatissimo.
VOTO: 9
Blackswan, martedì 25/03/2014
Niente da aggiungere.Solo da ascoltare e deliziarsi.Il "nove" ci sta tutto!!
RispondiElimina@ Mr Hyde: se non diamo 9 a questi qui, a chi dovremmo darlo ? :)
RispondiEliminacaro Killer, ecco il mio compito della settimana: Ascoltare the Allman brothers band e gli afterhouse.
RispondiEliminaMentre The Allmann li conosco più' di nome che di fatto, gli Afterhours non mi piacciono e , a pelle, Manuel Agnelli mi sta pure antipatico. Quindi mi applicherò' anche di più'. Circa Sinigallia, che avevo ascoltato altre volte ma non mi aveva preso, la sua canzone sanremese mi è piaciuta tantissimo. Bella e bello pure il suo disco, che ho già' ascoltato diverse volte! Sei sempre un buon dispensatore di musica! Continua così', che mi tengo aggiornata!
Buonanotte!