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giovedì 17 luglio 2014

IT’S ALL OVER NOW, MR. TEXAS BLUES







L’ultima volta che assistetti a un concerto di Johnny Winter era il 2010. Salì sul palco sorretto da altri due musicisti e si capiva lontano un miglio che stava male: l’età, una vita esagerata e l’artrite che l’aveva rattrappito come una foglia secca. Eppure, appena iniziò a suonare, ebbi l’impressione che non fosse passato un giorno da quel mitico 17 agosto del 1969, quando la sua chitarra infiammò il cuore dei ragazzi di Woodstock. 
Winter se ne è andato ieri sera, in una stanza d’albergo di Zurigo, dopo un concerto tenutosi a Vienna.  Non smetteva mai di suonare,  fiaccato dalla vita forse, ma gagliardo come un ventenne quando si trattava di sfoderare assoli. Nonostante tutto.
Sparisce così l’ennesimo pezzetto del mio mondo, del nostro mondo, ed è triste ammetterlo ma ormai iniziano a restare solo tanti ricordi e un pugno di belle canzoni. Stasera, ascolterò le tue, Johnny: Second Winter, dall'inizio alla fine, per l’ennesima volta, per ringraziarti di tutto.





Blackswan, giovedì 17/07/2014

3 commenti:

  1. già lo rinngraziamo di tutto, con le lacrime agli occhi. porca puttana che anno di merda.

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  2. Ma non spariscono mica, si spostano solo un po' più in là per riposarsi.
    Dormono sulla collina.

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  3. Come si fa a credere in un Dio che in pochi giorni si porta via Johnny Winter, Tommy Ramone e ci lascia Valerio Scanu.
    O è distratto oppure non capisce niente di musica. Magari è pure sordo.

    Amico mio, la verità è che gli anni passano. Ricordo che nel 1975, all'uscita di Black and Blue, i critici dissero che ormai gli Stones erano invecchiati e che era ora che si ritirassero.

    Il tempo non aspetta nessuno; nemmeno Scanu.

    Un abbraccio.


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