Nel bel mezzo della cartina dell'Oklahoma, c'è uno
sputo di case chiamato Okemah in cui vivono tremila anime, un terzo
delle quali nativi americani. Poco più grande di un buco di culo, insomma. E
nonostante ciò, Okemah è un luogo ricco di storia musicale, visto che ha
dato i natali al grande Woody Guthrie e a un'altra Guthrie, Gwen, figura
di riferimento del r'n'b anni '80. Sarà l'aria particolarmente buona, ma da
queste parti nasce anche John Fullbright, classe 1986 e giovane promessa del
cantautorato a stelle e strisce. Un artista così dotato che con il suo primo
lavoro in studio, From The Ground Up (2012), ottiene subito successo
commerciale, apprezzamento della critica e una nomination ai Grammy Awards per
il miglior album di Americana. Due anni di attività concertistica ma
anche di studi, hanno portato il ventottenne songwriter a una completa
maturazione artistica e a un nuovo disco che è decisamente più bello del primo.
Dodici canzoni per cinquanta minuti di durata sono i numeri di Songs,
album non di facilissima assimilazione, in cui è la ballata intimista e
confessionale a far la parte del leone. Fullbright canta, suona chitarra e
piano, sfoggia il proprio repertorio emotivo e talvolta addirittura incanta,
attraverso una scrittura sincera e testi semplici ma incredibilmente efficaci
(Until You Were Gone). Americana al 100%, su questo non ci piove, ma dagli
accenti che si spostano di continuo, sfiorando a volte sonorità
vicine a certe ballads springsteeniane, accostandosi in altre al Jackson
Browne più triste e anche a un certo intimismo pianistico che mi ha
ricordato Rufus Wainwright. Le belle canzoni si sprecano, a partire dalla
suggestiva interpretazione del traditional High Road, dall'iniziale Happy, uno
dei momento più sereni del disco, e dall'appassionata She Knows, voce piano e contrabbasso a
evocare struggimenti in gran quantità. Da ascoltare ripetutamente e in assoluta
tranquillità, per poter entrare in piena sintonia con il mood di
Fullbright, Songs ci regala il gradito ritorno di un autore ormai maturo, del
quale d'ora in avanti sentiremo parlare (più) spesso.
VOTO: 7,5
Blackswan, martedì 01/07/2014
mi piace :-)
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