La vita di Mary Gauthier sembra un romanzo di Dikens,
uno sprofondo di disperazione a cui probabilmente anche la fantasia del grande
scrittore inglese non sarebbe stata pronta. Abbandonata quando era in fasce
dalla madre, Mary viene data in affido a una coppia di origine italiana. A 15
anni, se ne va di casa e comincia a girare gli States alla ricerca della madre.
Droga e alcol sono inizialmente la sua consolazione, poi si trasformano in
gravissime dipendenze che la costringono a cercare la via della
disintossicazione. Dentro e fuori da centri di riabilitazione, Mary si
appassiona alla cucina, prende un diploma in arti culinarie e riesce ad aprire
un ristorantino Cajun a Boston. Ma l'alcol resta in agguato e nel 1990 viene
arrestata per guida in stato di ebbrezza. Altra disintossicazione, e finalmente
inizia a scrivere canzoni, a incidere dischi e a suonare in piccoli locali
attirando l'attenzione della critica e ottenendo un discreto successo
commerciale, tanto che nel 2009 riceve la telefonata della sua madre naturale
che vorrebbe rincontrarla. Mary accetta e inizia così un nuovo
periodo tormentato, durante il quale partorisce il suo disco più bello e straziante,
The Foundling (2010). La musica come lenimento, la musica che esorcizza i
fantasmi, la musica che da un motivo e un'opportunità per tirare avanti,
nonostante tutto. Oggi, Mary, vive un momento di vita più sereno, ha superato
le dipendenze e chiuso i sospesi con il proprio passato. E in qualche
modo ciò si riflette nelle canzoni di Trouble & Love, che non possono
e non riescono a esprimere allegria, ma suonano decisamente meno tormentate che
nei precedenti dischi. C'è semmai una sorta di pacata rassegnazione, di
languida malinconia, di dolore trattenuto e rielaborato, che sottende agli otto
brani che costituiscono la scaletta dell'album. Otto brani suonati
magnificamente, con arrangiamenti sobri e la voce aspra, esile ma egualmente
espressiva di Mary. Folk rock da grandi spazi, musica da viaggio, ballate
soffuse, calibrate, impreziosite dalla mitica chitarra di Duane Eddy, che
regala un solo memorabile in How I Learn To Live Alone (citando peraltro John
Denver). Trentasei minuti di emozioni che ricordano da vicino quelle contenute
in Southeastern di Jason Isbell dell’anno scorso, di cui Trouble & Love rappresenta
evidentemente la versione al femminile. Emozioni che nascono fragili dal
lieve cesello di un songwriting ispiratissimo e poi, si gonfiano, dopo pochi
ascolti, lasciandoci stupiti e storditi da tanta intensità.
VOTO: 8
Blackswan, lunedì 21/07/2014
Sarò sincero, mi ha annoiato... e si che mi piace la Gauthier ma questa volta non sono riuscito ad arrivare al terzo ascolto.
RispondiEliminaLa "ribollita" mi piace ma... quella toscana!
Cordialmente.
una volta ogni tanto potresti anche consigliare un disco che non sia un'istigazione al suicidio.
RispondiEliminacosì, tanto per cambiare... :)
@ Silvano: ahahahahah, la ribollita piace anche a me :9 però, questo è un disco molto bello anche se un pò peso :)
RispondiElimina@ Marco: Ci dovrò pensare, magari in futuro :)