Pazzesco, questo live è semplicemente pazzesco.
Un'onda anomala (nel vero senso della parola) che travolge con la sua potenza
inarrestabile tutto quello che incontra. Poco meno di due ore di jam session
fusion che lasciano tramortiti, esausti, senza parole; due ore per
un'esperienza sonora talmente coinvolgente, che quando il disco finisce,
l'unica cosa che hai in testa è quella di ricominciare da capo. I Gov't Mule
celebrano i vent'anni di carriera e lo fanno nel modo migliore possibile,
rilasciando, dopo pochi mesi da The Dark Side Of The Mule, un nuovo, inusuale,
live. Se in quel live, Warren Haynes e soci si cimentavano con il repertorio
dei Pink Floyd e le registrazioni risalivano al 2008, con Sco-Mule, torniamo
ancora più dietro nel tempo, al 1999, con la band (allora un power trio) alle
prese con una scaletta prevalentemente jazz e funk. E con un ospite
d'onore, John Scofield, che vanta un pedigree lungo come la coda in tangenziale
durante l'ora di punta. Tanto per dirne una, Scofield ha suonato con Miles
Davis a inizio anni '80, e quel periodo dedicato allo studio
dell'improvvisazione funk-jazz sembra trovare ulteriore sviluppo sul palco di
queste due serate, registrate ad Atlanta (Georgia), in compagnia di
una delle band storicamente più recettive e aperte alla sperimentazione. A
fianco del chitarrista originario dell'Ohio, suonano alla grandissima la
chitarra di Warren Haynes, la batteria di Matt Abts e il basso del compianto
Allen Woody (che di li a poco ci lascerà le penne), oltre a Dan Matrazzo
alle tastiere. Due ore per un repertorio che spazia dal jazz di Wayne
Shorter (Tom Thumb) e John Coltrane (Afro Blue), al funky di James
Brown (Doin' It To Death e Pass The Peas) fino a regalare al pubblico
rivisitazioni di classici della band, come la chilometrica Birth Of The
Mule (la durata media dei brani supera in ogni caso i dieci minuti).
Una performance torrenziale, sostenuta da una pirotecnica sezione ritmica,
che stupisce per precisione, equilibrio e improvvisi (oltre che
rapidissimi) cambio tempo, e dalle trame avvolgenti di Matrazzo, puntualissimo
a incorniciare le pennellate di Scofield e Haynes. E poi, ci sono loro
due, due fenomeni della sei corde, che convivono sul palco
con due stili differenti, che per una volta, almeno, sembrano aver
bruciato ogni possibile distanza. Le due chitarre si rubano la ribalta a
vicenda, si inseguono, si cercano, si trovano, si sovrappongono, si sostengono,
duettano, vivono in un sincronismo simbiotico che lascia stupefatti.
Virtuosismi, intuizioni, e un fiume di note che scorre in un alveo scavato
esattamente a metà fra tecnica e cuore. Se in circolazione ci fosse ancora
qualcuno che dubita che i Gov't Mule siano la seconda (il primato è degli
Allman, stessa famiglia) più eccitante jam band della storia, con
questo Sco-Mule è servito per sempre. Pazzesco.
VOTO: 8
Blackswan, giovedì 29/01/2015
Veramente pazzesco, grazie per la segnalazione che ri-condivido di brutto nel mio profilo google+.
RispondiElimina(Scofield è uno dei miei preferiti)
Ho visto dal vivo John Scofield in Ancona nel 2011. Pazzesco, un alieno che però non mette mai in mostra la sua tecnica come un manierismo. Insomma, un grande grande chitarrista.
RispondiEliminaMi permetto di segnalarvi l'articolo di recensione che ne feci nel mio blog
http://bluespaper.blogspot.it/2011/07/john-scofield-ancona-10-luglio-2011.html
@ Mr Hyde: grazie ! Il disco è in heavy rotation sul mio stereo e non ho intenzione di toglierlo :9
RispondiElimina@Alessandro: Grazie per la segnalazione, bro. Un abbraccio :)