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martedì 24 novembre 2015

MOJO MAN - BALLS & HORNS



Se prendete questo disco e lo mettete sul piatto, senza avere la minima cognizione di chi siano i Mojo Man, tutti, ma proprio tutti, vi sentirete immediatamente catapultati nel Sud degli Stati Uniti. Questa miscela di hard rock blues speziata di southern arriva, invece, dall'Olanda, e precisamente da L'Aja, dove il gruppo capitanatoo dal solido chitarrista e cantante, Marcel Duprix, ha iniziato a muovere i primi passi e ora esordisce con un suntuoso full lenght. Non è una novità che, soprattutto il Nord Europa (a parte l'ovvia contiguità con la terra d'Albione), senta forte il richiamo proveniente dagli States: basta aprire una rivista specializzata in musica americana e rendersi conto di quanti artisti o band peschino a piene mani nella grande tradizione a stelle e strisce. Ma è anche vero che, per non essere meri replicanti, e riuscire a farsi notare lontano da quelle terre, occorre metterci qualcosa in più, un pizzico di originalità che consenta di emergere dal sottobosco dei club prive. I Mojo Man non nascondono certo i propri modelli artistici, e basta un primo ascolto per rendersi conto che alla base di questo disco ci sono ripetuti ascolti di Black Crowes e JJ & Mofro (o magari i Widespread Panic di Night Of Joy), per citare due nomi facilmente accostabili, ma anche tanta musica nera, quella che annovera fra i suoi campioni James Brown e Otis Redding . Dalla loro, i Mojo Man ci mettono però un'energia pazzesca, un'ottima vena compositiva e soprattutto un suono effervescente, che riesce a equilibrare con sapienza il muscolo della chitarra elettrica e il groove di una sezione fiati scintillante. Rock blues, dicevamo, declinato con accenti hard e riffoni travolgenti (Is It A Crime e Wild Flower), o guardando alla grande tradizione texana (lo swing sudatissimo di The Ship Is Sinking) oppure omaggiando i propri miti (l'iniziale Scarecrow e il singolo Hip Shakin' Mama sono figlie di una vera e propria Black Crowes mania). Niente di pazzesco, per carità, ma di certo un disco che sorprende proprio perchè concepito a distanza di migliaia di chilometri da dove questa musica nasce, senza peraltro che si noti la differenza. E poi, quando le metterete sul piatto, vi accorgerete quanto sarà difficile toglierlo: troppo divertente per cambiare canale.

VOTO: 7





Blackswan, martedì 24/11/2015

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