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mercoledì 20 luglio 2016

FIONA BARTON – LA VEDOVA



Lo hanno visto tutti, il mostro, sbattuto in tv e sulle prime pagine dei giornali. Era accusato di un crimine raccapricciante, ma adesso che è morto, la verità finirà sepolta con lui. A meno che Jean, la vedova, la moglie devota che gli è sempre stata a fianco in tribunale, non si decida a parlare. A meno che Jean alla fine non decida di raccontare la sua storia.

Che La Vedova fosse destinato a essere il caso editoriale dell'anno lo si era intuito dal ponderoso battage pubblicitario ricevuto e dai fiumi d'inchiostro che si sono versati, nell'ultimo mese, su riviste e giornali, specializzati e non. Per cui, viene spontaneo domandarsi se questo romanzo d'esordio della sessantenne giornalista Fiona Barton sia davvero il thriller dell'estate. La risposta, per quanto mi riguarda, è assolutamente si. Anche se, a onor del vero, La Vedova si discosta dal classico romanzo di genere, tutto ritmo serrato e colpi di scena. Non aspettatevi, quindi, di disporvi a leggere il classico thriller mozzafiato, poichè questa lettura è molto meno banale e frivola di quanto potreste aspettarvi (tanto che un paragone con la grande Patricia Highsmith non è nemmeno troppo peregrino). Di sicuro, La Vedova è un libro che inquieta, e non solo perchè il tema affrontato è quello orribile della pedofilia. La Barton, semmai, è abilissima a generare inquietudine, creando un personaggio ambiguo, ricco di sfumature, la cui vera natura resta incomprensibile per tutta la durata del romanzo. Poco importa sapere se Glenn Taylor sia veramente colpevole del crimine che gli viene imputato o che fine abbia fatto la povera bimba rapita. L'elemento del giallo è, in tal senso, più uno specchietto per le allodole che il vero motore della trama. L'intreccio narrativo, infatti, verte sulle dinamiche di un rapporto di coppia di cui non sono ben chiari i ruoli e i confini. Cosa lega Jean e Glenn? Amore? Complicità? Oppure solo un profondo timore reverenziale della moglie verso un marito despota e autoritario? Chi è la vittima? E chi il carnefice? Questi gli interrogativi principali di un libro che, forse, non va a cento all'ora, ma che mantiene sempre alta l'attenzione del lettore con un ottimo livello di scrittura e una trama che ha la sua fonte d'ispirazione nei fatti di cronaca che spesso leggiamo sui giornali (il caso di Yara Gambirasio è il primo immediato rimando). La Barton, inoltre, svolgendo l'attività di giornalista, getta anche uno sguardo cinico e impietoso sul mondo della carta stampata e della televisione, due strumenti potentissimi per influenzare un'opinione pubblica spesso incapace di ragionamenti autonomi. Sbattere il mostro in prima pagina, a prescindere che sia colpevole o innocente, e creare una storia, vera o fantasiosa che sia, per vendere una copia in più. Nel mondo della Barton nessuno, o quasi, è innocente, e a vincere è il degrado etico di un'umanità, che solo la legge (non la Giustizia) può in qualche modo arginare. Consigliato.


Blackswan, mercoledì 20/07/2016

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