E’ stato come
perdere un amico. Non trovo altre parole per commentare la morte improvvisa di
Chris Cornell, leader dei Soundgarden, voce degli Audioslave, ideatore di quel
progetto estemporaneo e leggendario che furono i Temple Of The Dog. Inutile
commentarne l’altalenante carriera, fatta di dischi imprescindibili
(Badmotorfinger su tutti) e di sprofondi creativi inascoltabili (la svolta
elettronica di Scream, album solista del 2009). Quel che resta e che vale la
pena ricordare, invece, è ciò che Cornell ha rappresentato per la mia
generazione, quella generazione cresciuta col cuore e con le orecchie a
Seattle, e di cui Chris ha saputo raccontare le speranze, le inquietudini e i
sogni, al pari di Kurt Cobain, Andrew Wood e Layne Staley. Con lui se ne vanno
uno degli ultimi grandi testimoni di una stagione breve e infuocata e una voce
dall’estensione straordinaria, tanto potente da spingere le ottave fin lassù,
in cielo, dove Chris ora riposa.
Blackswan, giovedì 18/05/2017
Grande voce, grandi dischi.
RispondiEliminaUna scomparsa improvvisa ed inaspettata.
non ho parole. non le ho più.
RispondiEliminaMa poi, suicidio?
RispondiEliminaMa perchè?
Ovviamente per ricordarlo hai scelto il suo progetto musicale a cui sono meno legato, ma va bene anche così.
RispondiEliminaGrande Chris, ci mancherà.