Nelle convulse
giornate milanesi della Fashion Week, il glamour della catwalk pare avere
sedotto persino Matteo Salvini. In occasione della adunata leghista in Piazza
Duomo, il ruspante segretario del Carroccio, munito di rosario e di citazioni
pasoliniane (Pasolini si rivolta nella tomba), ha sfoggiato impettito cravatta
e blazer, come un Premier in pectore che si conviene. Matteo delle Felpe,
quello che un tempo inneggiava assieme all'Umberto (Bossi), padre fondatore
della Lega Nord, "immigrati fora da i ball", pare essersi ultimamente
infighito. Archiviata la fase della gara dei rutti e degli insulti gratuiti ai
napoletani, Salvini sembra avere definitivamente parcheggiato la ruspa nel box.
Si atteggia ormai a uomo di palazzo, quello con l'auto blu per intenderci, come
se si sentisse già insignito di un qualche ruolo istituzionale. "Prima gli
italiani" è oggi il suo mantra. Lo slogan elettorale è su tutti i
manifesti, affissi perlopiù da extracomunitari. Una semplice congiuntura,
direbbe qualcuno. Se pensiamo, però, che le persone immortalate non sono
italiane ma di nazionalità slovacca e ceca, altro che congiuntura. Siamo alle
comiche o a una gigantesca presa per i fondelli pret- à- porter.
Cleopatra, lunedì 26/02/2018
siamo una barzelletta perenne
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