Sotto
l’egida The Soft Cavalry si cela uno dei nomi più noti della scena
indipendente britannica. Lei, infatti, altri non è che Rachel Goswell,
mente pensante degli Slowdive, dei Mojave 3 e, dal 2015, anche del
supergruppo dei Minor Victories. Insieme al marito, Steve Clarke,
conosciuto nel 2014, quando costui faceva da tour manager proprio agli
Slowdive, ha dato vita a questo nuovo progetto, per l’etichetta Bella
Union di Simon Raymonde.
Un
disco che pur differenziandosi, per certi versi, da tutta la produzione
precedente della Goswell, in qualche modo ne rappresenta anche una
summa, in cui confluiscono, in un contesto ispirato e originale, echi di
dream pop, di folk e di rock. Canzoni pensate tempo fa da Clarke, dice
la cronaca, ma che hanno potuto trovare poi piena realizzazione solo
attraverso gli sforzi di questo connubio, amoroso e artistico, che ha
saputo plasmare una materia nota con nuove idee e brillanti intuizioni.
The
Soft Cavalry suona come un abbecedario sentimentale per anime
romantiche, è un disco di pop fluttuante a mezz’aria fra malinconici e
terreni languori, estatici barbagli di sole e spazi immensi su cui si
poggia la quiete della notte. Dodici tracce in cui convivono elettronica
e strumenti acustici, luce e penombra, intimismo e respiro universale,
tele colorate e fotogrammi in bianco e nero, dolcezza, passione e
pensieri dal retrogusto amarognolo.
Apre la scaletta lo sfarfallio trasognato di Dive, soave dream pop in purezza, a cui seguono le pose decadenti della superba Bulletproof, battito del cuore e sguardo languido sulla notte che evapora nelle prime luci dell’alba.
L’evanescenza ipnagogica di Passerby
suggerisce una dimensione atemporale, quasi trascendente, in cui tutto è
immateriale opalescenza. Un dormiveglia amniotico da cui ci si ridesta
sulle note di The Velvet Fog, gonfia di umori romantici che vengono risucchiati in una melodia discendente di accordi in minore.
Una visione crepuscolare che si dissolve nella successiva Never Be Without You,
pop leggiadro come un soffio di vento che lambisce distese colorate di
fiori sotto il sole di un’estate gentile. La successiva, acustica Only In Dreams, accarezzata da uno splendido flauto, evoca Talk To The Wind dei King Crimson e chiosa una prima parte di disco semplicemente perfetta.
Appena
un gradino sotto, le restanti sei canzoni, che restano comunque di un
livello notevole: su tutte il pop acustico della gioiosa The Light That
Shines On Everyone, il folk notturno e sgranato di Home, spazzato via da una repentina e rumorosa coda post rock e il minimalismo per spazi aperti della dolcissima Mountains.
Che
si tratti di un’uscita estemporanea o di un progetto a lungo termine
non è dato di sapere; quel che è certo è che i coniugi Goswell e Clarke
hanno trovato la formula per far convivere i rispettivi talenti in una
musica ispirata, dagli umori cangianti, densa di passione e formalmente
stratificata. Un minutaggio meno eccessivo (la durata è di quasi un’ora)
avrebbe forse dato maggior efficacia alla raccolta. Il risultato
finale, però, è talmente positivo, che è del tutto inutile cavillare
sulle sfumature.
VOTO: 7,5
Blackswan, giovedì 18/07/2019
Ma che bellissimo spazio il tuo complimenti :-) Sono diventata una tua follower se ti va di passare da me io sono Il salotto del gatto libraio
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