Un
grande disco, talvolta, può essere una maledizione, un fardello
talmente pesante per le spalle, da rendere inutile ogni tentativo di
replicarne la bellezza. Se si esordisce con una bomba come Silent Alarm (2005), è inevitabile che quello sia il livello qualitativo che la gente si aspetta da una band.
Così, i Bloc Party, nonostante un seguito dignitosissimo (A Weekend In The City
del 2007) non sono mai più riusciti a replicare quel suono e quella
tensione artistica, finendo poi per perdersi definitivamente con una
serie di dischi, che definire brutti sarebbe oltremodo premiante. Loro, a
meno che il futuro non riservi delle sorprese, sono e saranno sempre il
gruppo di Silent Alarm, capitolo inziale di un percorso che
prometteva sfracelli e che invece si è trasformato in una parabola
discendente e ben poco gloriosa.
Non
è un caso, quindi, che la band capitanata da Kele Okereke torni proprio
là, dove tutto è cominciato, nella speranza di rivivere i giorni
migliori, sebbene in una dimensione live. Inizialmente annunciato per il
2018, esce invece in questi giorni Silent Alarm Live, disco registrato
durante il tour inglese dello scorso anno, allestito per celebrare
degnamente i quindici anni dall’uscita di quel capolavoro di post punk
revival.
Fatte
le dovute premesse, quel che davvero importa è che questo live sia
davvero molto bello. La band è in grandissima forma, e la scaletta
dell’album, riproposta per intero, ritrova, in questa dimensione,
quell’urgenza che la band aveva irrimediabilmente perduto.
La
nostalgia è dietro l’angolo, e si sente, ma grazie a Dio, non siamo di
fronte a un’operazione di copia e incolla o alla mera replica di un
filotto di canzoni strepitose.
La
tensione è vibrante, Okereke canta davvero bene, e il pubblico risponde
alla grande con un appassionato singalong e sentita partecipazione a
ogni brano. Helicopter, Banquet, She’s Hearing Voices e This Modern Love,
solo per citarne alcuni, sono gioielli la cui lucentezza il tempo non
ha minimamente offuscato, e riascoltarle, sebbene dal vivo, dopo così
tanti anni, induce all’inevitabile groppo in gola. Emozionante.
VOTO: 7
Blackswan, mercoledì 07/08/2019
Quel disco piacque tantissimo anche me, fu una vera boccata d'aria. Bello bello... poi hai ragione, si sono persi. Non li ho mai visti dal vivo ma una cara amica mi aveva detto che avevano un sacco di limiti
RispondiElimina@Andrea: confermo il giudizio della tua amica: dal vivo davvero pessimi. Qui, ovviamente, hanno scelto le migliori performance e lavorato in post produzione. E poi, per quanto mi riguarda, c'è anche un pò l'effetto nostalgia. Ciao, Andrea :)
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