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domenica 20 ottobre 2019

OLD CROW MEDICINE SHOW - LIVE AT THE RYMAN (Columbia Records/The Orchard, 2019)

Se la roots music americana continua a godere di ottima salute, lo si deve soprattutto a band come gli Old Crow Medicine Show, capaci di affiancare a un’evidente attenzione filologica anche un surplus di esuberanza e di ispirazione. Il loro approccio verace e giovanilistico (non tanto nel senso dell’hype o dell’immagine quanto semmai nella forza esplosiva delle loro performance) toglie, così, la polvere da un genere antichissimo, restituendogli nuovo smalto e mantenendolo credibile nei confronti anche delle nuove generazioni, grazie a sostanziose dosi di pathos energizzante.
La band capitanata da Ketch Secor, da anni continua a miscelare country, bluegrass e blues, spolverando il tutto con uno sbuffo di rock e irrorando la miscela di vera e propria attitudine punk. Così, nonostante gli OCMS siano a tutti gli effetti una string band, il risultato finale, sia in studio che dal vivo, sembra sempre inaspettatamente attraversato da una vibrante elettricità.
Non è un caso che la band, nonostante siano passati ormai due decadi dai lontani esordi, non abbia ceduto un solo grammo di peso specifico artistico, inanellando un disco più bello dell’altro, ampliando sempre più la schiera dei fan (la band è ormai conosciuta e stimata anche fuori dei confini nazionali) e conquistandosi con Remedy (2014), nono album in studio, un ambito Grammy Awards per il miglior disco folk dell’anno.
Questo ultimo Live At The Ryman, registrato nella cornice storica e suggestiva del celebre auditorium di Nashville, celebra i vent’anni di carriera e fotografa la band nel proprio ambiente naturale che, come nella miglior tradizione del genere, resta il palco. Dieci brani in scaletta (la prima traccia è un’introduzione alla serata corredata dai saluti al pubblico) senza trucchi e senza inganni, in cui viene evidenziata quella potenza nell’esecuzione, di cui si diceva poc’anzi, ed emerge, dato non certo marginale, l’indiscutibile caratura tecnica del combo, che sta sugli strumenti con tracimante ardore senza però sbavare di una sola nota la nitidezza del suono.
La non eccessiva durata del disco, poi (sono quarantatré minuti in totale), sottolinea vieppiù l’hic et nunc di una performance travolgente davanti a un pubblico in adorazione, che non perde occasione per far sentire il proprio coinvolgimento. Un live che si beve tutto d’un fiato e che non conosce un attimo pausa: dall’honky tonk dell’iniziale Tell It To Me, alla giga furibonda di Shout Mountain Music fino al cavallo di battaglia Wagon Wheel, cantata in coro dal pubblico, Live At Ryman suona come una grande festa a cui, davvero, mancano solo i fuochi d’artificio. E se un’immensa versione di Methamphetamine fa tremare le vene dei polsi, lo scatenato traditional Will The Circle Be Unbroken, posto a chiusura concerto, se ascoltato a volume ragguardevole, rischia di far tremare (e incrinare) i vetri delle finestre di casa.
Live imperdibile per i fan degli Old Crow Medicine Show, e il modo migliore, per chi non li conosce, per approcciarsi a questa fantastica band.

VOTO: 7,5





Blackswan, domenica 20/10/2019

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