The Head On The Door
è quello che potremmo definire un disco di passaggio, un’opera che
traghetta definitivamente i Cure dal post punk crepuscolare della prima
parte di carriera (Pornography risale a solo tre anni prima, ma
sembra lontanissimo nel tempo) verso un suono che si farà sempre più
variegato e contiguo al pop (una mutazione già iniziata, peraltro, coi
precedenti Japanese Whispers e The Top).
Un
album che, nonostante segni un’importante transizione dalle atmosfere
gotiche degli album dei primi anni ’80 verso contesti più mainstream,
convince per l’impianto sonoro coeso (è il primo disco in cui i Cure
funzionano come band e non solo come proiezione dell’estetica decadente
di Robert Smith) e al contempo risulta imprevedibile, accostando hit
clamorose (il pop dagli echi smithsiani di In Between Days e la filastrocca maliziosa Close To Me), a rock chitarristico (Push), riusciti esperimenti di post punk spagnoleggiante (The Blood) e ballate malinconiche in salsa (vagamente) orientale (Kyoto Song).
In
questo coacervo di idee tanto disparate e sperimentali quanto vincenti
(il disco darà alla band un inaspettato successo commerciale), spunta A Night Like This,
piccolo gioiello di struggimenti definitivi, attraversato da un senso
di tragedia imminente che incombe nel sax disperato di Ron Howe. E’ la
storia di un amore che sta collassando, di un relazione sull’orlo del
baratro (“Dì arrivederci in una notte come questa/se è l’ultima cosa
che mai faremo/Non sei mai sembrata persa come ora/Per favore rimani/
Ma ti guardo come se fossi fatta di pietra/mentre cammini via”) in cui la scrittura di Robert Smith torna a vestirsi dell’enfasi pessimistica che aveva caratterizzato i lavori precedenti.
Perfetta
colonna sonora per terremoti sentimentali e vertice di un disco, a cui
manca il fascino dei Cure più gotici e presbiteriani, ma che resta la
prova convincente di una band consapevole e ispirata.
Blackswan, mercoledì 11/12/2019
Adoro questo album e ogni volta che mi capita di ascoltare "Night Like This" se non parte la lacrimuccia, poco ci manca.
RispondiEliminaThanks for a wonderful share. Your article has proved your hard work and experience you have got in this field. Brilliant. i love it.
RispondiEliminascreenshot Satta King Now
@ Lucien: Canzone emozionantissina, che ha segnato un periodo della mia gioventù.
RispondiEliminaIn tempo di vinili, mi stupisce di non aver del tutto consumato questo disco! (non solo questo, per altro, i Cure sono sempre stati una delle mie band preferite).
RispondiEliminaCapolavoro....
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