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sabato 16 maggio 2020

ELTON JOHN with RAY COOPER (Universal UMC, 2020)

Imperdibile per i fan di Elton John e indispensabile pagina di storia per tutti gli appassionati, questo Live From Moscow era stato stampato in edizione limitata, lo scorso anno, per il Record Store Day, andando esaurito in pochissimo tempo. Nel gennaio del 2020, ha visto la luce la ristampa di quell’uscita estemporanea, così da soddisfare le richieste di tanti che erano rimasti a bocca asciutta e non avevano potuto acquistare questa gemma di rilucente bellezza.
L’album, composto di due cd, contiene la registrazione del concerto tenutosi il 28 maggio 1979 alla Rossiya Hall di Mosca, e l’audio della registrazione del live, che ai tempi venne trasmesso in diretta da BBC Radio 1, è stato ora rimasterizzato ottimamente da Bob Ludwig.  
Si tratta di una testimonianza storica, oltre che musicale, di grande importanza: Elton, infatti, fu il primo grande artista occidentale a esibirsi oltre la cortina di ferro, e il suo A Single Man, full lenght in studio pubblicato nel 1978, è stato il primo disco pop pubblicato ufficialmente in Unione Sovietica.
Oltre alla Storia, con la esse maiuscola, c’è però anche la storia personale dell’artista, che vive in quegli anni un momento delicato: John ha appena fondato la sua etichetta (la Rocket), ha sciolto il sodalizio con Bernie Taupin, ha diradato le sue esibizioni dal vivo e ha scelto di mostrarsi al grande pubblico attraverso un profilo meno glamour. A Single Man, da cui il A Single Man Tour di cui parliamo, è anche l’ultimo ottimo disco, prima di quel decennio, gli anni ’80, in cui Elton smarrirà l’ispirazione, dando alle stampe un unico lavoro decente (Too Low For Zero del 1983) e tanto, tantissimo ciarpame.
Furono otto le esibizioni di Elton John di fronte al pubblico sovietico: quattro ebbero luogo dal 21 al 24 maggio e si tennero alla BKZ Oktyabrski di San Pietroburgo, e quattro, dal 25 al 28 maggio, alla Rossiya Hall di Mosca.
Due cd, dicevamo, che racchiudono quasi tutto il live act del 28 maggio (mancano canzoni straordinarie come Tiny Dancer, Your Song o la recente, per i tempi di allora, Song For Guy), e che testimoniano le due parti ben distinte che strutturavano il concerto. La prima, che vede Elton John da solo al pianoforte ad eseguire alcuni dei suoi maggiori successi (Candle In The Wind, Daniel, Rocket Man, etc.), oltre a una lunghissima cover di I Heard It Through The Grapevine, la seconda, invece, che vede il percussionista Ray Cooper affiancare l’artista in un filotto di brani che sfocia nel medley beatlesiano di Get Back e Back In U.S.S.R. (canzone eseguita nonostante il divieto delle autorità sovietiche).
Grande valenza storica, dicevamo, ma soprattutto concerto vibrante e bellissimo, riportato alla luce nella sua intensità grazie al certosino lavoro di masterizzazione operato dal citato Bob Ludwig. Non solo per fan.

VOTO: 8





Blackswan, sabato 16/05/2020

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