Mike Patton è un genio irrequieto e onnivoro. Ha scritto un pagina fondamentale del crossover anni’90 con i suoi Faith No More, ha creato nel tempo tanti progetti paralleli, che gli consentissero la massima libertà espressiva (Fantomas, Tomahawks, Peeping Tom), ha prestato la voce alla band punk/hardcore dei Dead Cross, ha collaborato con disparati artisti (Dillinger Escape Plan, Zu, John Zorn, etc.), si è misurato con le colonne sonore (1922) e ha avuto anche il tempo di implementare la propria discografia da solista.
Prima di tutto questo, anche prima dei Faith No More, Patton diede vita al progetto Mr. Bungle, nato a metà degli anni ’80, quando pubblicò in cassetta quattro demo. La storia prese corpo, però, negli anni ’90, quando la band firmò un contratto con la Warner e rilasciò, nel corso del decennio tre album, prima di sciogliersi definitivamente all’inizio del nuovo millennio. I Mr.Bungle, pur ruotando intorno alle figure di Patton e dei suoi amici Trey Spruance (chitarra) e Trevor Dunn (basso), erano una band apertissima a incorporare nuovi musicisti che condividessero la stessa bizzarra idea di canzoni meticce e sperimentali, che incorporavano, praticamente, tutto lo scibile musicale umano, dal metal all’elettronica, dal funk al rock, dal free jazz allo ska.
Nel 2019, i Mr. Bungle, arricchiti dalla presenza di Dave Lombardo (Slayer) e Scott Ian (Anthrax), sono tornati a collaborare, prima suonando dal vivo la scaletta del demo d’esordio, The Raging Wrath Of The Easter Bunny (1986), poi rimettendoci mano in studio, registrandolo nuovamente e trasformandolo in un vero e proprio full length, rinforzato da cinque canzoni in più (tra cui la cover di Speak English Or Die, dei Stormtroopers of Death - qui chiamata Habla Español o Muere – e Loss For Words dei Corrosion Of Conformity).
Canzoni, dunque, scritte quasi trentacinque anni fa, ritoccate, certo, ma in modo tale da non far perdere loro l’originale e primigenia ferocia. Già, perché The Raging Wrath Of The Easter Bunny Demo è un assalto sonoro all’arma bianca, armati di mazze ferrate, un’aggressione ai padiglioni auricolari che mette a dura prova la tenuta dei timpani. Non traggano in inganno gli evanescenti arpeggi di Grizzly Adams con cui il disco si apre: è solo uno specchietto per le allodole, lo zuccherino per indorarvi la pillola di una rapida e sconquassante discesa all’inferno, le cui porte si aprono già con la successiva Anarchy Up Your Anus, concentrato di tutto quello che troverete nelle nove rimanenti canzoni.
Un impasto malefico di thrash, hardcore e death metal che non lascia scampo alle orecchie e alle casse dello stereo, una scossa tellurica da far invidia agli Slayer, declinata però con la consueta, non convenzionale e beffarda intelligenza a cui Patton da sempre ci ha abituati (ascoltate, ad esempio, Eracist, o la fulminatissima Hypocrites/ Habla Español o Muere).
Un disco che per delle orecchie gentili e non aduse al genere potrebbe essere fatale, ma se il thrash old school è la vostra fede, in questo The Raging Wrath Of The Easter Bunny potrete trovare un capitolo importante della Bibbia del metal.
VOTO: 8
Blackswan, lunedì 01/02/2021
Minchia!
RispondiEliminaSe uno lo ascolta guardando fisso il video, viene voglia di entrare con la moto in una chiesa e falciare i fedeli...
Ahahahahahahah! Effettivamente...:)
RispondiEliminaI have been impressed after read this because of some quality work and informative thoughts. I just want to say thanks for the writer and wish you all the best for coming! Your exuberance is refreshing.Satta King | Satta King
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