Il quinto e ultimo album in studio di Chris Cornell, No One Sings Like You Anymore è composto da brani scelti e sequenziati dal cantante stesso. Il disco è stato registrato nel 2016, un anno prima della sua morte, con l'aiuto del polistrumentista e produttore Brendan O'Brien, e testimonia l’ultimo percorso artistico che l'ex frontman dei Soundgarden e degli Audioslave aveva intrapreso: la reinterpretazione di canzoni, alcune assai famose, originariamente realizzate da artisti diversissimi tra loro, come Harry Nilsson (Jump Into The Fire), il duo di electro-dance Ghostland Observatory (Sad Sad City) e Prince (Nothing Compares 2 U), per citarne qualcuno presente in scaletta.
Un disco, questo, che è quasi impossibile ascoltare senza una punta di feroce nostalgia, senza pensare all’immensa perdita di una delle voci più importanti della storia, legata al periodo d’oro della stagione di Seattle e non solo. Un'esperienza di ascolto malinconica e agrodolce, acuita dal titolo della raccolta, un verso rubato a Black Hole Sun dei Soundgarden: la presa di coscienza che Chris non è più fra noi, ma anche l’esperienza impagabile di poterlo riascoltare ancora, di avere ancora nelle cuffie quella voce sublime, capace di un’estensione e di una potenza concesse a pochissimi.
Dimenticate, però, il Cornell più duro e metallico, quello capace di spingere le note fino alla sommità del cielo in un belluino urlo di guerra grunge. Cornell sapeva cantare e sapeva cantare tutto. E aveva un’anima ricca e variegata, capace di misurarsi con suoni estremi, di evocare paragoni con Black Sabbath e Led Zeppelin, ma anche un artista che sapeva esprimersi in modo essenziale, quasi folk, solo per chitarra e voce, o abbandonarsi a derive pop elettroniche e, infine, accostarsi senza paura al soul, un genere con cui si trovava sempre più a suo agio. C’è molto di questa consapevolezza nera in No One Sings Like You Anymore, l’abilità di prendere canzoni - canzoni famose - e di farle proprie, attraverso un modo di cantare più contiguo al soul che al rock.
Il suo approccio, talvolta è diretto e potente, come nella cover di Nothing Compares 2 U di Prince, che è molto più vicina alla versione grezza di Sinead O’Connor o nella torch song di Lorraine Ellison, Stay With Me Baby, classico soul datato 1966, che forse qualcuno ricorda tornata in auge in una riuscita sequenza di I Love Radio Rock.
Cornell, però, aveva anche l'ampiezza della visione (alcuni potrebbero chiamarla audacia) per giocare con la forma, cosa che succede con Get It While You Can di Janis Joplin, trasformata in una festosa sarabanda synth-wave, con Showdown di ELO, che mantiene il cuore soul ma indossa abiti un po' tamarri, e con Watching The Wheels di John Lennon, che viene spolverata di gioioso ottimismo, un mood in aperto contrastato con quella depressione che lo affliggeva e che lo porterà poi alla morte.
La vera peculiarità No One Sings Like You Anymore è farci comprendere quanto Chris abitasse le sue reinterpretazioni e plasmasse attraverso la propria sensibilità le canzoni altrui, come se le avesse concepite lui stesso, come se quelle note fossero state sue, da sempre.
La sua voce in You Don't Know Nothing About Love (altro grande classico soul portato al successo da Carl Hall nel 1967) è a dir poco straordinaria, tutta cuore ed estensione, mentre la cover di Patience dei Guns N 'Roses si trasforma in una ballata acustica cupa, minacciosa e inquietante. Due canzoni famosissime, ma rimodulate completamente da un artista completo, eclettico, passionale.
Il giudizio su No One Sings Like You Anymore non può prescindere, ovviamente, da un forte effetto nostalgia, che amplifica il pathos durante l’ascolto della raccolta. Per dovere di cronaca, se è vero che ci troviamo di fronte a un interprete straordinario, forse, è altrettanto vero, che a queste canzoni avrebbero giovato maggiormente degli arrangiamenti più sobri, meno ridondanti. Non si può, però, avere tutto, ed è già bello così: sapere che Chris, anche se non c’è più, continua a regalarci la sua musica e la bellezza cristallina di una voce impossibile.
Una nuova raccolta di cover prese dalle stesse sessioni di registrazione, il Volume 2 suggerito dal titolo di questo disco, è già in fase di realizzazione. Questa volta, però, la scelta e la sequenza dei brani in scaletta sarà in mano alla famiglia.
VOTO: 7
Blackswan, giovedì 15/04/2021
Un artista enorme.
RispondiEliminaA mio parere, lui e Layne Staley le due voci più belle dagli anni 90 in poi.
Concordo!
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