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giovedì 26 agosto 2021

WHISPERING SONS - SEVERAL OTHERS (PIAS, 2021)

 


Several Others è il primo full length dei belgi Whispering Sons dai tempi di Image, loro debutto datato 2018, che li ha visti raccogliere presto i consensi della stampa e del pubblico, oltre a conquistare milioni di stream, grazie a una miscela oscura e originale di post punk sperimentale e frenetico. Allo stesso modo, prima del lockdown, i loro feroci live act li avevano fatti conoscere al grande pubblico come una band imperdibile dal vivo, capace di condividere il palco, senza timidezza, con artisti del calibro di The Murder Capital, Patti Smith, The Soft Moon e Croatian Amor e Editors.

Fin dal primo ascolto di Several Others si comprende la vibrante attesa che ha accompagnato l’uscita di questo nuovo album: in un periodo storico in cui il genere è tornato prepotentemente di moda, la band belga si presenta come una delle realtà più interessanti, capace di far rivivere gli antichi fasti del post punk (Bauhaus, The Sound, Sister Of Mercy, etc.) aggiungendo però un tocco di industrial e di sperimentale avanguardia, che rende la proposta fascinosa e moderna.

La prima peculiarità che salta alle orecchie è l’incredibile voce della cantante Fenne Kuppens, il cui timbro oscuro, basso e respingente è l’elemento trainante delle dieci canzoni in scaletta. Una voce che risuona lontana come un abisso, che sferza le ossa come una raggelante ventata di neve, ma che è al contempo in grado di appiccare incendi e bruciare la pelle con vampate di cupa disperazione.

Attorno a Fenne, riff algidi e inquietanti, bassi profondi e rumorosi e tamburi battenti generano partiture ansiogene e violente derive noise, che trasformano ognuna delle dieci tracce in un unicum rispetto alle altre.

La ferocia selvaggia di Heat, l’incedere nervoso e allucinato di Dead End, scartavetrato da una chitarra alla Bahuaus, il ringhio minaccioso e il battito ossessivo di Satantango, l’urticante disperazione di Surface, che evoca il fantasma di Adrian Borland, sono le vette di un disco teso, tetro e ben poco accomodante, che conferma i Whispering Sons tra i migliori interpreti di un genere che sta vivendo un’eccitante e prolifica seconda giovinezza.

VOTO: 8 




Blackswan, giovedì 26/08/2021

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