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lunedì 7 marzo 2022

THE SLOW SHOW - STILL LIFE (Pias, 2022)

 


Raccontare un disco degli Slow Show non è un’impresa facile, perché la musica della band mancuiniana dribbla ogni razionalizzazione e vive in una dimensione parallela, dove contano solo ed esclusivamente le emozioni. Canzoni svincolate dall’ovvio, fluttuanti e immaginifiche, che impongono un’esperienza d’ascolto immersiva e totalizzante. E’ un dono per pochi, come dimostra la loro straordinaria discografia, composta da quattro album bellissimi, eppure nascosti in un sottobosco emotivo, a cui ha accesso solo una nicchia di ascoltatori/viaggiatori: anime inquiete, sempre con le valigie in mano, pronte a partire verso paesaggi sonori declinanti delicati struggimenti e malinconie definitive.

Pubblicato il 4 febbraio 2022 tramite Pias, Still Life, come il suo predecessore (Lust and Learn del 2019), è un disco avventuroso e mozzafiato, reso però ancora più speciale dalle circostanze in cui è stato generato. Un album, infatti, nato durante la pandemia, in due anni in cui la band, composta da Rob Goodwin, Frederick't Kindt, Joel Byrne-McCullough e Chris Hough, ha dovuto lavorare prevalentemente a distanza, a causa del lockdown e dei divieti di viaggio. Sarebbe riduttivo, però, definirlo un disco pandemico, perché come sempre la musica degli Slow Show è comunque il frutto di profonda introspezione e tumulti interiori. La pandemia, in Still Life, è, quindi, solo lo spunto iniziale, e sebbene nato in tempi di solitudine e disconnessione, il disco suona semmai come una riflessione universale sull’uomo di fronte alle difficoltà, all’incertezza, e alla paura per un futuro che pone solo domande, nessun punto fermo, nessun riferimento a cui aggrapparsi.

Non c’è però tristezza, né disperazione, in questa musica dal respiro cinematografico, ma semmai una diversa consapevolezza nello scandagliare l’anima per trovare una speranza, una luce che illumini l’oscurità per celebrare la vita. Meno immediato dei suoi predecessori, Still Life indaga l’intimo per liberare spazio, per aprire varchi in cui cercare l’azzurro del cielo, il calore del sole, la bellezza di una natura che, a dispetto del titolo, vibra intorno a noi per ricordarci che la vita, se lo vogliamo, può essere ancora incredibilmente appagante.

Il linguaggio usato dalla band è il consueto: strumentazione prevalentemente acustica, la voce baritonale e impostata di Rob Goodwin, un approccio apparentemente minimalista che, come un miracolo, si gonfia di sincero romanticismo, di indicibili malinconie e vibrante epos, e accerchia l’ascoltatore, avvolgendolo in un abbraccio voluttuoso, quasi orchestrale. Come avviene esattamente nell’opener "Mountbatten", le note sgocciolate di un pianoforte, la carezza degli archi, la voce profonda di Goodwin, i momenti di stasi e le ripartenze melodiche, che spingono l’ascoltatore a fluttuare a mezz’aria, in un mondo parallelo a quello reale, così famigliare alla musica degli Slow Show, eppure, ogni volta, così inaspettatamente sorprendente.

Still Life, come dicevamo, è un viaggio dell’anima, e basta guardare fuori dal finestrino del nostro cuore, per perdersi in un’eterea calligrafia cinematografica (la spoken word della conclusiva "Wheightless"), nel caracollare bluesy di un romanticismo in bianco e nero ("Blinking"), nelle luci sfreccianti a ridosso di nostalgie notturne ("Blue Nights") o nell’aria, sapida di rugiada, di mattinate allagate di sole ("Breathe"). Proverete il sapore delle lacrime, salate di tristezza, ma anche di un’incomprensibile allegria, e palpiti del cuore, così rumorosi da sovrapporsi alle note, e ancora, l’estasi di librare leggeri, sopra i vostri corpi, persi, definitivamente, in una musica catartica, tanto coinvolgente, quanto inafferrabile, nella sua diafana e vaporosa consistenza.

Resta da chiedersi, di fronte a un disco di questa caratura, come sia possibile che una band del livello degli Slow Show, non abbia un posto di prestigio nell’odierno panorama alternative, ed è triste prendere atto che questa musica, certo non immediata, sia costantemente ignorata sia dalla stampa specializzata che dal grande pubblico. Voi che leggete queste poche righe, avete il potere di cambiare il corso degli eventi: ascoltate Still Life e diffondete il verbo. Abbiamo un disperato bisogno di bellezza.

VOTO. 9

 


 


Blackswan, lunedì 07/03/2022

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