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martedì 12 luglio 2022

EVERY LITTLE THING SHE DOES IS MAGIC - THE POLICE (A&M, 1981)

 



Prima in classifica in Inghilterra e terza negli Stati Uniti, Every Little Thing She Does Is Magic fu inserita dai Police in Ghost In The Machine al solo scopo di alleggerire l’atmosfera di un album che, a fine registrazione, suonava un po' troppo sobrio per gli standard della band. Serviva qualcosa, infatti, che stemperasse il mood della scaletta e che facesse da traino all’intero disco. Every Little Thing…era perfetta, suonava leggera e accattivante, e come Sting ha sempre sostenuto, era una canzone molto romantica, nata in un momento della sua vita in cui si sentiva decisamente felice. In realtà, le liriche, per quanto attraversate da un brioso mood sentimentale, hanno come protagonista un personaggio, per così dire, un po’ disfunzionale. Il quale, è del tutto evidente, ama follemente, senza darle tregua, una ragazza che non lo corrisponde. Anzi, si spinge ancora più in là, lambendo i territori dello stalking quando decide di chiamarla “mille volte al giorno” per chiederle di sposarla. Non certo dei versi rassicuranti, soprattutto se riletti alla luce della società odierna, molto sensibile a temi di questo tipo.

La canzone, che originariamente suonava come una ballata acustica, fu scritta da Sting nel 1976, l'anno in cui si era trasferito a Londra, e non aveva soldi, nessuna prospettiva, nessun posto dove vivere, ma solo il numero di telefono di Stewart Copeland e una vaga idea di formare una band.  Sting, poi, incise un nuovo demo di questa canzone all'inizio del 1981, insieme al tastierista franco canadese, Jean Roussel, sfruttando lo studio di quest’ultimo, situato in Montreal.

Quando i discografici dei Police, sentirono il demo, colsero subito il grande potenziale della canzone e chiesero alla band di mettersi subito all’opera per registrane una versione definitiva. Ma ottenere la magia che c’era in quella registrazione si rivelò impresa titanica, e i Police dovettero faticare non poco per ottenere un apprezzabile risultato finale. In particolar modo, era Copeland ad avere serie difficoltà a trovare un drumming adatto al pezzo. La band cercò di venirne a capo, approcciando la canzone in modi diversi, suonandola veloce e poi lenta, reggae, punk e bossanova. Niente da fare, però: ogni volta che tentavano di suonarla diversamente da come suonava nella demo, il pezzo perdeva la sua forza espressiva. A quel punto, l’unico modo per venirne a capo, invece di tentare ogni volta uno stile diverso, era che Copeland suonasse sopra la registrazione fatta da Sting e Roussel. E così fecero, con il cantante nelle vesti di direttore d’orchestra, che guidava passo per passo il batterista durante lo sviluppo del brano.

In questa versione definitiva, che venne poi inserita nell’album, la canzone, come già detto, ottenne un incredibile successo di vendite, divenendo insieme King Of Pain il secondo singolo dei Police più venduto negli Stati Uniti (il primato, spetta ovviamente, a Every Breath You Take).

Una curiosità. I versi “Do I have to tell the story, Of a thousand rainy days since we first met?, It's a big enough umbrella, But it's always me that ends up getting wet” contenuti nella canzone, furono riutilizzati da Sting per altre due composizioni: O My God da Synchronicity e Seven Days dal suo album solista Ten Summoner's Tales.

 


 

 

Blackswan, martedì 12/07/2021

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