Quante volte abbiamo canticchiato Spanish Bombs senza pensare al suo effettivo significato, considerandola, almeno per un attimo, alla stregua di una semplice canzoncina orecchiabile? Ed è quasi inevitabile, perchè quella melodia così appiccicosa e immediata fa passare in secondo piano la tragedia storica che si cela fra le note del brano.
Joe Strummer scrisse la canzone durante le sessioni di registrazione di London Calling, e la concepì tornando a casa, dopo una giornata passata ai Wessex Studios di Londra, mentre ascoltava un notiziario radiofonico sugli attentati terroristici dell'ETA agli hotel turistici della Costa Brava. Quella notizia fu la scintilla che fece divampare un vero e proprio incendio emotivo, e quel terribile fatto di cronaca divenne l’abbrivio per tornare con la mente alla sanguinosa guerra civile Spagnola.
Non è un caso che parte delle liriche di Spanish Bombs siano cantate in spagnolo. E, come in altre canzoni dei Clash che contengono inserti di lingua iberica, le parole e le frasi vengono massacrate in modo irriconoscibile. Questo perché spesso i Clash, quando utilizzavano altre lingue, le traducevano semplicemente cercando di ogni parola l'equivalente in inglese, oppure trasponendo semplicemente la frase con la sua struttura inglese. In fin dei conti, erano punk rocker, non studiosi di linguistica, e lo scopo era arrivare diretti alle orecchie di quelle classi proletarie, più aduse a frequentare i pub che a leggere libri di scrittori spagnoli.
Spanish Bombs è una canzone pop rock sbarazzina, spinta da una combinazione di accordi potenti e da un ritornello semplice e accattivante, che racconta però la brutale e sanguinosa guerra civile spagnola, combattuta alla fine degli anni '30, fra fascisti e repubblicani. Un brano che si apre con l’immagine inquietante di "buchi di proiettili nelle mura del cimitero" e che cita il grande poeta Federico Garcia Lorca (ucciso dai fascisti), con un verso (“Oh, per favore, lascia aperta la ventana (finestra in spagnolo, ndr), Federico Lorca è morto e sepolto”) che riprende la sua poesia Addio: ”Se muoio, lascia il balcone aperto!”.
E, poi, il ritornello, cantato in una lingua che i Clash considerano "spagnolo", ma che spagnolo proprio non è:”Spanish Bombs, yo te quiero infinito. Yo te quiero, oh my corazon”.C’è dolore e morte, in questa canzone che fa battere il piede e cantare a squarciagola, e una tristezza infinita dovrebbe pervadere l’ascoltatore quando Joe Strummer, evocando un’altra guerra fratricida, e cioè quella irllandese, canta: “La tomba irlandese era intrisa di sangue, Le bombe spagnole mandano in frantumi l'albergo, la rosa della mia senorita è stata stroncata sul nascere".
Con questo verso il dramma giunge al parossismo, una giovane donna, unico vero amore di un combattente repubblicano, viene uccisa da una bomba, e la sua giovinezza (la rosa) e il sogno di una vita insieme vengono infrante per sempre. La grande letteratura incontra il rock, e per un attimo la musica dei Clash si fonde con il grande romanzo di Hemingway in una combinazione bellissima ma straziante di amore e guerra, di empatia e morte, di romanticismo e inquietudine.
Blackswan, giovedì 02/02/2023
Divertente sentire "Oh mi corafon", pronunciato con la F perchè Mick Jones aveva i denti messi a casaccio e non riusciva a pronunciare la Z.
RispondiEliminaDa Hemingway ai Clash per finire al Ken Loach di Terra e libertà.
Resistenza!
@ Ezzelino: Siempre!
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