Pagine

lunedì 19 giugno 2023

THERAPY? - HARD COLD FIRE (Marshall Records, 2023)

 


I Therapy? rappresentano il classico esempio di band talentuosa che, per oscure congiunture francamente inspiegabili, in Italia non è mai riuscita a sfondare veramente, rimanendo oggetto di culto, nonostante le sperticate lodi della stampa nostrana. Un mistero che, forse, si può spiegare con il fatto che il power trio nordirlandese, pur avendo un suono immediatamente riconoscibile, resti una sorta di scheggia impazzita, impossibile da catalogare nel recinto di un genere, vista la loro capacità di rimasticarne molti all’interno dello stesso album (punk, metal, alternative, pop), e insensibile, da decenni a questa parte, al fascino della moda del momento. Duri e puri, insomma, immolati all’altare dell’understatement e tetragoni nella loro proposta musicale, circostanza, questa, che se da un lato è il loro maggior pregio, dall’altro ne ha pregiudicato le fortune commerciali, almeno da noi.

Sebbene difficile da classificare in senso lato, la musica offerta dalla band in questo Hard Cold Fire è perfettamente in linea con la storia dei Therapy?, plasmata com’è su riff spacca ossa e una sezione ritmica martellante, ma capace sempre di estrarre dal cilindro splendide melodie, ritornelli innodici e testi graffianti, caustici nel raccontare lo stato della società moderna.

"They Shoot The Terrible Master" apre le danze, traboccando di attitudine punk e melodia e fotografando alla perfezione quello che è da anni il marchio di fabbrica di una band, la cui ispirazione, nello specifico, è tornata a livelli altissimi. Il primo singolo, "Joy", è una bomba rabbiosa che fila via rapida sull’interplay clamorosamente sincronizzato fra la chitarra di Andy Cairn e il basso di Michael McKeegan che sferragliano un ritornello di nirvaniana memoria.

Pugnace e belligerante, il terzetto non lesina colpi sotto la cintola, corroborati dal grande lavoro al drumming di Neil Cooper che, colpo su colpo, crea pathos ed epicità. L’impianto è solido, duro come l’acciaio, ma il rischio di risultare monotematici e monotoni è accuratamente evitato grazie a una scrittura che pesca gemme melodiche laddove tutto sembra essere impenetrabile come la roccia. Il furibondo battito di "To Disappear" narra l’angoscia di una psiche danneggiata, mentre la voce diabolica di Cairn e il riff monocromatico ma adrenalinico spingono impetuosi verso una terra di mezzo in cui si incontrano punk e metal, la stessa in cui si muove l’urticante "Ugly", con il suo riff settantiano e la melodia scorticata ma immediatamente assimilabile. "Bewildered Herd", sposa un suono più contiguo al metal, è oscura e rabbiosa, affonda il coltello del dolore nella carne viva degli ultimi terribili anni, inserendo nella seconda parte un frammento di dialogo tratto dal film Naked di Mike Leigh, in cui il protagonista, e antieroe, Johnny, constata con pessimismo l'insignificanza della specie umana. Tema, questo, ribadito, da "Poundland of Hope and Glory", i cui riff abrasivi e il ritornello avvincente aprono all’ennesima riflessione socio politica. Il disco si chiude con "Days Kollaps", una ballata ispida e struggente, che profuma di anni ’90 e Sonic Youth, e che entra di filata nel pantheon delle migliori prove della band irlandese.

Ai Therapy? non interessa cercare nuove strade espressive, non vogliono portarsi a casa nuovi amici o provare a conquistare le giovani generazioni; ciò che fanno è, molto più semplicemente, tener in vita il sacro fuoco di oltre trent’anni di carriera, suonando come solo loro sanno fare, con la stessa urgenza, la stessa rabbia, la stessa sincerità. Quanto sono lontani i tempi di Troublegum o Infernal Love? Non molto, ad ascoltare la vitalità di questo Hard Cold Fire. Un tempo erano giovani e arrabbiati, ora i Therapy? sono uomini di mezza età, ma arrabbiati nello stesso modo. Senza pose, ma dediti all’essenza. Come si fa a non amarli?

VOTO: 7,5

GENERE: Rock




Blackswan, lunedì 19/06/2023

Nessun commento:

Posta un commento