Il colonnello Henry Carrington arriva nella valle del Powder, lungo la pista del Montana, per guidare l'esercito: devono proteggere una nuova strada per i cercatori d'oro e i coloni. Per farlo, Carrington decide di costruire un forte, Fort Phil Kearny, in pieno territorio lakota. Ma Nuvola Rossa, uno dei capi lakota piú rispettati, e il giovane ma carismatico guerriero Cavallo Pazzo comprendono immediatamente le implicazioni di questa invasione. Per i Lakota la posta in gioco è la sopravvivenza. Mentre l'autunno sanguina verso l'inverno, Cavallo Pazzo guida un piccolo gruppo di guerrieri che affronta i soldati del colonnello Carrington con attacchi quasi costanti. Nuvola Rossa, nel frattempo, cerca di stringere le alleanze tribali che sa saranno necessarie per sconfiggere i soldati. Il colonnello Carrington, intento a costruire il suo forte, cerca di tenere insieme un esercito americano lacerato e in subbuglio. Il violento e razzista tenente George Washington Grummond vuole affrontare a viso aperto un nemico che considera inferiore. E le truppe sono divise dagli strascichi della Guerra civile e dalla tentazione di disertare per cercare l'oro nei vicini giacimenti. Le scaramucce proseguono finché un episodio farà precipitare la situazione in uno degli scontri piú drammatici, epici e avvincenti della storia del West.
Come per l’ormai celebre Revenant, libro da cui il regista Alejandro Gonzales Inarritu trasse uno splendido film, vincitore di tre premi Oscar, anche per Il Crinale, Michael Punke, scrittore, avvocato e analista politico, ha preso spunto da un fatto storico minore della storia degli Stati Uniti, ricostruito con accuratezza storica e ampiamente romanzato. L’episodio fulcro del racconto è la battaglia di Fetterman (il nome è preso dall’ufficiale a capo del contingente di soldati americani), e rappresenta uno dei momenti determinanti della guerra di Nuvola Rossa, oltre a una delle sconfitte più sanguinose subite dall’esercito americano a opera dei nativi americani.
Nell’estate del 1866, allo scopo di dare protezione ai coloni che si recavano in Montana alla ricerca di giacimenti auriferi, gli Stati Uniti, in violazione del trattato di Fort Laramie, sottoscritto quindici anni prima, crearono alcuni avamposti in pieno territorio indiano, tra cui Fort Phil Kearney, la location in cui si svolge buona parte del romanzo. Gli americani, oltre a invadere i territori di caccia degli indiani, iniziarono una invasiva attività di disboscamento, suscitando la rabbia dei nativi, che iniziarono una metodica guerriglia ai danni del forte, mettendo la guarnigione in uno stato di allarme continuo. Ciò nonostante, il capo Nuvola Rossa e il suo giovane pupillo Cavallo Pazzo, per quanto si prodigassero, non riuscirono a scalfire la stolida pertinacia degli americani. I quali, nonostante le mille difficoltà (armi vecchie e poco funzionali, cavalli mal nutriti, scarse derrate, e un contingente di reclute poco avvezze ai combattimenti), non demordevano dai loro intenti.
Convinte, allora, alcune tribù limitrofe ad allearsi per sconfiggere il comune nemico, gli Sioux, comandati da Cavallo Pazzo, riuscirono con un ben costruito inganno, ad attirare in trappola, nella valle di Paney Creek, un grosso contingente di soldati guidati dal capitano Fetterman (convinto, come lo erano molti ufficiali, di essere invincibili di fronte a un nemico male armato e poco organizzato) che, qui, fu ferocemente massacrato.
Questa, in poche parole, la trama di romanzo, che si è avvalso di una certosina ricostruzione storica, in cui sono state messe a confronto numerosi saggi sull’argomento. I quali, dal momento che nessuno dei soldati capitani da Fetterman si salvò, sono fondati esclusivamente sulle testimonianze degli indiani che parteciparono al massacro, e dei soldati e civili, rimasti a presidiare il forte. Una vera manna per tutti gli appassionati di storia americana, ma non solo.
Perché Il Crinale è prima di tutto un romanzo di avventura, serrato e palpitante, che riporta il lettore agli anni dei romanzi di formazione (penso a L’ultimo dei Mohicani), quando la fantasia viaggiava per terre di frontiera, selvagge e inospitali. Punke scrive bene, nonostante sia più uno storico che un romanziere, alcuni personaggi (Cavallo Pazzo, Grummond e sua moglie, Jim Bridger, già protagonista di Revenant, il pavido e indeciso colonnello Carringston) possiedono un ottimo profilo psicologico, e i colpi di scena, anche se si conosce già la storia, non mancano.
La parte più corposa e intrigante del racconto è l’ultima, quella che ricostruisce nei minimi particolari la battaglia e il massacro del contingente capitanato da Fetterman. Punke non risparmia al lettore alcun particolare, anche quelli più cruenti, tanto che sembra davvero di assistere, presenti e muti spettatori, a uno scontro di ferocia e violenza inaudita: il sinistro sibilare di migliaia di frecce, l’acre tanfo della polvere da sparo, le grida di terrore, i corpi mutilati, i cavalli imbizzarriti, gli ululati di guerra, la disperazione, il sangue, il dolore, la furia belluina dell’odio.
Un romanzo epico e potente, che intrattiene, certo, ma che fa venire voglia di approfondire (ottima la postfazione, che cita le fonti e spiega le scelte della ricostruzione storica) e di conoscere quell’immane tragedia che fu lo sterminio degli indiani da parte dell’ottuso, protervo e avido popolo bianco. Che, però, nello specifico, prese una delle più clamorose e sanguinose batoste della propria storia.
Blackswan, martedì 25/07/2023
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