L’abbiamo canticchiata, l’abbiamo ballata, l’abbiamo inserita nelle compilation che creavamo per le nostre feste; eppure, questa allegra canzoncina pop aveva un significato ben più profondo di quello che le attribuivamo. Nena, nata Gabriele Susanne Kerner, inserì, infatti, il brano nell’omonimo album di debutto della sua band, allo scopo di puntare il dito contro la paranoia e l'isteria collettiva che circolavano in quegli anni, in cui ancora si parlava di guerra fredda.
Nella canzone, Nena e l'ascoltatore (“Tu e io in un piccolo negozio di giocattoli” recita il testo) acquistano 99 palloncini rossi e, dopo averli gonfiati, li lasciano volare in cielo, per puro divertimento. Questi palloncini, però, vengono intercettati dai radar militari come oggetti non identificati, ed entrambe i blocchi ostili, quello occidentale e quello orientale, fanno decollare gli aerei e dichiarano l’allerta per contrastare il rischio di quello che viene percepito come un attacco nucleare, quando in realtà è un innocuo gioco per bambini.
Il testo della canzone, sebbene difficile da interpretare, possiede un ulteriore significato e parla dei sogni del popolo tedesco che si sono progressivamente sgretolati dopo la seconda guerra mondiale. I 99 palloncini rappresentano, quindi, i tanti sogni che ogni persona e l’intera nazione ha avuto, ma alla fine del brano, quel che resta di tutte le speranze, è un unico palloncino, un unico sogno, che Nena, però, lascia andare, quasi in segno di resa (“In questa polvere quella era una città. Se potessi trovare un souvenir solo per dimostrare che il mondo era qui. Ed ecco un palloncino rosso. Ti penso e ti lascio andare”)
Fu il chitarrista di Nena, Carlo Karges, ad aver avuto l'idea per la canzone mentre assisteva a un concerto dei Rolling Stones a Berlino Ovest (la musica fu scritta dal tastierista, Uwe Fahrenkrog-Petersen). A un certo punto, durante lo spettacolo, la band rilasciò un mucchio di palloncini. Carlo osservò uno di quei palloni volare oltre il muro, verso Berlino Est, e immaginò un radar che captava quell'unico pallone e lo scambiava per un aereo nemico.
99 Luftballons fu pubblicato per la prima volta come singolo in Germania, nel 1983. La casa discografica della band, la CBS, non voleva assolutamente rischiare a livello commerciale e inizialmente si rifiutò di pubblicarlo Stati Uniti, dove temeva il flop, visto anche l’uso nei testi della lingua tedesca. Poi, un giorno, un disc jockey della stazione radio KROQ di Los Angeles trovò una copia del 45 giri e iniziò a mandarlo in onda. Fu così che Nena si ritrovò a registrare la versione inglese del brano con il titolo tradotto in 99 Red Balloons. Inaspettatamente, però, le maggior parte delle stazioni radio statunitensi continuavano a suonare la versione originale tedesca, che diventò una vera e propria hit, salendo al numero 2 di Billboard il 3 marzo 1984 (la prima piazza era occupata stabilmente da Jump di Van Halen). In Inghilterra, invece, ad aver successo, fu la versione in lingua inglese, che rimase in vetta alle classifiche per tre settimane nel marzo 1984 e fu la prima di due canzoni a tema guerra fredda che quell'anno raggiunse la vetta delle chart del Regno Unito (l’altra fu Two Tribes dei Frankie Goes To Hollywood).
Una curiosità: un'altra sola canzone in lingua tedesca è stata un grande successo negli Stati Uniti: Rock Me Amadeus di Falco, infatti, conquistò la vetta delle classifiche americane, due anni dopo, nel 1986.
Blackswan, venerdì 15/09/2023
Che splendida canzone, che splendida ragazza! E quante riflessioni c'erano, dietro quella musica apparentemente innocua e leggera.
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