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giovedì 28 settembre 2023

PARANOID ANDROID - RADIOHEAD (Parlophone, 1997)

 


Il successo è un’arma a doppio taglio, può essere estremamente gratificante, può dare visibilità e denaro, ma anche creare seri problemi. Perché l’attenzione della gente, per quanto in buona fede, può diventare tanto perniciosa da essere insopportabile. Lo sa bene Thom Yorke, cantante e leader dei Radiohead, che una sera decide di prendersi qualche ora di svago e di fare un giro per i bar di Los Angeles, con l’intento di divertirsi e, perché no, alzare anche un po’ il gomito. Però, quella che era iniziata come una serata di festa diventa presto un incubo, perchè Yorke finisce in un pub (che lui non sa essere una base di spaccio per cocainomani) dove viene riconosciuto ed immediatamente circondato da numerosi avventori, che lo subissano di richieste e attenzioni, in un modo così pressante da mettergli paura.

"Le persone che ho visto quella notte erano proprio come demoni di un altro pianeta", raccontò successivamente il cantante, "tutti pretendevano da me qualcosa e mi sentivo come se tutto stesse per crollare da un momento all'altro." Un momento difficile, di profondo disagio, che, tuttavia, fu fonte di ispirazione di una delle canzoni più belle e famose dei Radiohead.

Perché quella notte, che Yorke ricorderà sempre con infinita tristezza, ispirò Paranoid Android, una canzone simbolo, che coagula in 6 minuti e ventisette secondi quel mix claustrofobico di bellezza malinconica e tensione snervante che è l’ossatura del leggendario OK Computer. Passaggi acustici eterei e impetuose esplosioni di elettricità, intramezzate da un delicato lamento, che suona come una richiesta di perdono celeste.

Come nacque la canzone, è lo stesso Yorke a spiegarlo: "Si tratta di essere esposti a Dio, non lo so. È stato quella notte, davvero. Avevamo provato la canzone per mesi, ma il testo mi è arrivato poco prima dell’alba. Stavo cercando di dormire quando ho letteralmente sentito queste voci che non mi lasciavano in pace. Erano le voci delle persone che avevo sentito al bar. Si è scoperto che era un posto noto per gli amanti della coca, ma non lo sapevo. Fondamentalmente si tratta solo di caos, caos, caos assoluto.

La struttura della canzone è modellata su Happiness Is A Warm Gun dei Beatles, ed è un esempio di canzone a incastro, in cui sezioni apparentemente inconciliabili sono mirabilmente accostate creando un puzzle a dir poco perfetto. L'assolo di chitarra alla fine della canzone è stato scritto dal chitarrista Jonny Greenwood. Originariamente non era previsto per la canzone, ma serviva qualcosa per chiuderla e questo assolo era nella tonalità giusta e si fondeva perfettamente con il mood del brano.

Paranoid Android (il cui titolo paga debito a Marvin, l'Androide Paranoico, di Guida Galattica per Autostoppisti di Douglas Adams), prima di trovare la sua forma definitiva su disco, fu suonata varie volte dal vivo, quando i Radiohead, nel 1996, aprivano i concerti di Alanis Morissette. Questa prima versione della canzone durava ben quindici minuti, ed è curioso che, durante la fase di registrazione del brano, lo stesso era stato inizialmente concepito con un outro di ben dieci minuti di organo, poi, fortunatamente, eliminato.

Nonostante la lunghezza del brano, Paranoid Android fu pubblicata come singolo in molti paesi, ma non negli Stati Uniti, dove il lungo minutaggio era considerato inaccettabile. Ciò suscitò anche qualche polemica fra la band e svariate stazioni radiofoniche, che pretendevano una versione della canzone più breve. Yorke si oppose fermamente: meglio subire l’ostracismo delle radio che mettere mano nuovamente a una canzone che, accorciata, avrebbe perso buona parte della sua straniante bellezza. 




Blackswan, giovedì 28/09/2023

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