La rabbia di chi parte dal basso e cerca di affermare la propria arte, il disagio generazionale, la volontà di mantenere la propria integrità, costi quel che costi, a dispetto della massificazione mainstream del mercato e della consapevolezza che i social e le nuove tecnologie hanno appiattito l’arte a mero prodotto commerciale. Sono questi i temi che hanno spinto Hyron Louis Frenton, trentaseienne rapper texano (oggi di stanza in Francia), a proporre un genere, un tempo chiamato crossover, che oggi fa storcere il naso a molti.
Hyro The Hero ha scelto di percorrere una strada ostica, in grado si scontentare un po’ tutti: gli amanti del metal e quelli dell’hip hop, che vedono in questo ibrido musicale una sorta di tradimento per entrambi i generi. Ma Frenton se ne infischia, e con questo ultimo Bound For Glory affina ulteriormente uno stile che già aveva colpito duro nel precedente Flagged Channel (2018).
Un
disco, questo, che ha avuto una lunga gestazione, che è stato concepito
tra mille difficoltà (la pandemia, casini sentimentali, il
trasferimento in Europa), ma che parla una lingua tanto meticcia, quanto
chiara e diretta. Un disco che, a dispetto del titolo, forse non sarà
destinato alla gloria, ma che ha quanto meno il merito di accendere la
curiosità di chi si approccia all’ascolto senza pregiudizi e di
disturbare, evitando strade comode e intenti modaioli. Dodici canzoni
per soli trentasette minuti di musica, che testimoniano un’urgenza di
fondo, la necessità di arrivare subito al dunque, senza fronzoli o
astruse alchimie.
Piaccia o meno, il perfetto punto di fusione fra sonorità hip hop e aggressione metal è perfettamente raggiunto: la produzione e i suoni sono perfettamente calati nel presente, ma è evidente che Frenton attinga a un bagaglio personale fatto di ascolti che vanno dai Rage Against The Machine ai Run Dmc, dagli At The Drive In ai Deftones, da Tupac ai Bad Brains.
La title track apre le danze tenendosi maggiormente sul versante hip hop (echi dell’Eminem più arrabbiato), ma si capisce subito che le cose sono pronte a virare verso un clima più infuocato, come nella successiva "Sho Nuff" in cui un’oscura base hip hop si sgretola di fronte a un muro di chitarre di cemento armato e allo screaming furioso del rapper.
E
questo è solo un assaggio della rabbia che si respira nella breve
scaletta. "FU2" è un assalto all’arma bianca che cita esplicitamente i
Rage Against The Machine nel crescendo che porta al ritornello, "I’m So
Sick" è un altro brano assassino che sgretola ogni certezza anche dei
padiglioni auricolari più allenati. Certo, in alcuni episodi Frenton
tiene a bada l’impeto, rallentando il passo e estraendo dal cilindro
belle melodie radiofoniche ("Head Under Water"), ma in altre occasioni
le stesse melodie vengono maltrattate da una veemenza che spazza via
ogni ammiccamento mainstream ("Standing Ovation"). Il mood dell’album,
però, resta ferocemente aggressivo ("Retaliation Generation, Fight")
fino a debordare nella delirante orgia noise della cover di "Woo Hah!
Got You All In Check" del grande Busta Rhymes.
Bound For Glory è un disco selvaggio e bastardo, indigeribile a chi non ama il meticciato e ancor di più a chi si tiene lontano dai suoni estremi. Eppure, queste dodici tracce sono attraversate da vibrante sincerità e dalla consapevolezza che un’idea, per quanto estrema e incomprensibile ai più, debba essere portata avanti, senza compromessi, costi quel che costi. In tal senso, Hyro The Hero coglie il centro del bersaglio, suggerendo, poi, a chi amava i Rage Against The Machine, che quelle sonorità, marchiate a fuoco dalla chitarra di Tom Morello e dal rap urticante di Zack De La Rocha, possono ancora avere davanti un nuovo, più estremo, ma altrettanto brillante futuro.
VOTO: 8
GENERE: Hip Hop, Metal
Blackswan, giovedì 23/11/2023
Quando ho visto il feat ho capito subito dove andava a parare la storia.
RispondiEliminaGrande Chad Gray,straordinaria voce dei Mudwayne.
E forte anche Hiro, bel pezzone.
@Ezzelino: una bella bastonata, direi :)
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