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martedì 12 dicembre 2023

STREETS OF PHILADELPHIA - BRUCE SPRINGSTEEN (Columbia, 1994)

 


Diretto da Jonathan Demme, presentato negli Stati Uniti a fine 1993 e distribuito nel resto del mondo l’anno successivo, Philadelphia è un film emozionante e struggente, di quelli a cui si pensa e si ripensa per parecchio tempo ben dopo la visione. Fu anche un successo clamoroso al botteghino (incassò più di duecento milioni di dollari), cosa strana per una pellicola non certo leggera e che affrontava un argomento che, ai tempi, era considerato ancora un tabù.

Merito, soprattutto, della straordinaria recitazione da parte di Tom Hanks (per interpretare il ruolo di Andrew Beckett, l’avvocato gay malato di Aids, perse ben quattordici chili), che vinse l’Oscar come miglior attore protagonista, e di Streets Of Philadelphia, il brano firmato da Bruce Springsteen che apre il film e che si aggiudicò a sua volta la statuetta come miglior canzone.

Demme era consapevole della difficoltà di raggiungere il grande pubblico, dal momento che il film toccava un argomento delicatissimo, e lo faceva, peraltro, in modo frontale, senza risparmiare nulla allo spettatore. Philadelphia parla di malattia e di discriminazione, è la tragedia di un uomo comune, a cui il fato riserva un dolore immenso e un destino senza scampo. Così, il regista, il cui intento era spingere le persone che non avevano familiarità con i problemi dell'Aids a vedere il suo film, capì fin da subito che coinvolgere Bruce Springsteen e Neil Young (la cui Philadelphia chiude il film) era il modo migliore per attirare alla visione un pubblico che normalmente non avrebbe mai visto un film su un uomo gay che muore di Aids.

Così, contattò prima Young, che aderì immediatamente alla richiesta, e poi Springsteen, che aveva conosciuto nel 1985, durante le riprese del video di Sun City, un brano di successo con intenti antirazziali, interpretato da molte stelle del rock sotto l’egida Artists United Against Apartheid.

Demme inviò a Springsteen la sequenza di apertura del film, chiedendo di comporre un brano che potesse accompagnare le immagini. Springsteen si mise al lavoro nello studio della sua casa del New Jersey, lo stesso dove anni prima aveva composto e registrato Nebraska, basandosi sul alcune liriche che aveva già scritto in precedenza sulla morte prematura di un suo caro amico. Tuttavia, per quanto ci provasse, non riusciva a trovare un modo di bilanciare il testo con la musica, e riteneva che il suo approccio rock non fosse adatto al genere di pellicola.

Alla fine, dopo svariati tentativi, mandò a Demme la versione della canzone che riteneva migliore, avvertendolo, però, che si trattava solo di una demo incompiuta, che sarebbe stato meglio scartare. Il regista, invece, appena ascoltò Streets Of Philadelphia se ne innamorò follemente e decise di inserirla così com’era nella colonna sonora del film. Ed ebbe ragione: oltre a vincere l’Oscar, il brano di Springsteen, si aggiudicò il Grammy Award nel 1995, giunse alla nona piazza di Billboard e fece sfracelli soprattutto in Europa, dove raggiunse la prima posizione in Italia, Francia e Germania, e la seconda in Inghilterra, diventando il singolo più venduto del Boss in terra d’Albione.

Anni dopo, al Tribeca Film Festival del 2017, Tom Hanks e Bruce Springsteen salirono sul palco per omaggiare Jonathan Demme, che era deceduto qualche giorno prima del festival, e per raccontare al pubblico i momenti cruciali del film e la genesi di Streets Of Philadelphia. Un intervento appassionato, che Tom Hanks concluse fra gli applausi affermando: “Se vuoi avere un grande momento in un film, assicurati che mettano su una canzone di Bruce Springsteen”.

 


 

 

Blackswan, martedì 12/12/2023

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