E’ la mattina dell’8 gennaio del 1991, una giornata come tante, alla Richardson High School di Richardson, in Texas. I cancelli della scuola si aprono, gli studenti entrano e sciamano schiamazzando verso le rispettive classi. Il quindicenne Jeremy Delle, però, arriva con un’ora di ritardo, e l’insegnate d’inglese che si è appena seduta alla cattedra, lo invita ad andare in presidenza per giustificarsi e farsi dare l’autorizzazione a proseguire le lezioni. Jeremy esce dall’aula e rientra quasi subito. In mano impugna una pistola. Guarda la classe sorridendo, poi si gira verso l’insegnante e le dice: “Signorina, ho ottenuto quello che volevo davvero.” Subito dopo, alza la pistola, se la infila in bocca e fa fuoco.
Jeremy non era uno psicopatico, ma un ragazzo solare, simpatico, gentile. Era tormentato, questo sì, perchè non sopportava più di essere preso in giro dai compagni, di essere considerato lo zimbello della classe.
Eddie Vedder apprende del suicidio leggendo il Dallas Morning News e resta profondamente turbato dalla tragedia. Anche lui da ragazzo ha pensato spesso al suicidio, a farla finita con la sua giovane vita. Identificarsi con Jeremy è inevitabile, tanto che alla premiazione per la clip della canzone, premiata per il miglior video dell’anno, il cantante dei Pearl Jam afferma:” Se non fosse stato per la musica, penso che mi sarei sparato davanti alla classe. È davvero ciò che mi ha tenuto in vita, quindi questo premio chiude un cerchio”. I ricordi degli anni scolastici, però, si affastellano nella mente di Vedder, che ripensa anche a un suo compagno con le stesse inclinazioni di Jeremy. Quel ragazzo, di cui il cantante aveva scordato il nome, era completamente fuori di testa, tanto che un giorno si presentò in classe con una pistola e si mise a sparare a un acquario.
Nacque così l’idea di scrivere una canzone che si soffermasse sul disagio dei giovani, sul bullismo, sull’indifferenza dei genitori, troppo occupati dai problemi della vita, per rendersi conto del dolore che affligge i propri figli, una canzone che puntasse il dito su un sistema scolastico troppo rigido e severo, incapace di accogliere davvero le istanze dei più fragili.
Jeremy, fin dal suo concepimento, era un brano destinato a creare polemiche, e, infatti, attirò sulla band parecchie critiche. Anche da coloro che quella tragedia l’avevano vissuta in prima persona. La prima a puntare il dito contro i Pearl Jam fu Brittany King, una compagna di classe di Jeremy, presente quando il ragazzo premette il grilletto: “Quando ascoltai la canzone, mi arrabbiai molto con Vedder. Ho pensato: non lo sai. Non eri lì. Questo racconto non è accurato”. Più tardi, a esprimersi contro le liriche di Vedder fu Wanda Crane, la madre della giovane vittima:”Sebbene Jeremy si sia sparato davanti alla sua classe, non era il ragazzo silenzioso e asociale ritratto nella canzone. Quel giorno in cui è morto non ha definito la sua vita (questa è la frase che trovate sul sito dedicato a Jeremy). Era un figlio, un fratello, un nipote, un cugino. Era un amico. Aveva talento."
Nel
1993, il video di "Jeremy" vinse quattro MTV Video Music Awards: video
dell'anno, miglior video di gruppo, miglior video metal/hard rock e
miglior regista. Quest’ultimo era Mark Pellington, noto anche per aver
diretto il video di Alice in Chains per Rooster, il film Arlington Road e diversi episodi della serie TV Cold Case.
Quando Pellington ricevette il nastro della canzone, il brano gli piacque poco, e inizialmente si rifiutò di lavorarci, perché non sentiva le vibrazioni necessarie. Poi, convinto dal suo produttore e dallo stesso Vedder, che gli spiegò che quella cantata in Jeremy era una storia vera, si rimise all’ascolto e rimase conquistato.
Anche il video, girato a Londra, causò qualche problema alla band, che ancora una volta si trovò al centro di polemiche. Alla fine della clip, infatti, si vede Jeremy entrare, a torso nudo, nella sua classe, lanciare una mela all'insegnante e fare un gesto come se estraesse qualcosa dalla tasca. Successivamente vediamo i suoi compagni di classe scioccati e spruzzati di sangue, il che farebbe pensare che Jeremy abbia sparato verso di loro. In origine, invece, questa parte del video mostrava esplicitamente il ragazzo infilarsi in bocca la pistola, ma MTV ne ordinò la rimozione. Ciò creò una grande confusione, perché sembrava che il protagonista avesse portato la pistola per colpire i suoi compagni di classe. Un cortocircuito che fece sì che l’opinione pubblica americana spesso, erroneamente, associò la canzone alle tante successive sparatorie avvenute nelle scuole. Un esempio? Nel 1996, Barry Loukaitis, uno studente di scuola media dello Stato di Washington, sparò e uccise due studenti e un insegnante mentre andava a scuola. La difesa sostenne, durante il processo, che il giovane assassino era stato condizionato dalla visione del video dei Pearl Jam, che fu esibito in aula come prova a discarico.
Oggi, il video è riproposto su youtube nella sua veste originale, ma le parolacce sono censurate e prima di guardarlo dovete confermare di essere adulti.
La clip fu oggetto di ulteriori strali da parte della censura. Se si fa molta attenzione, al minuto 3:30 del video, si può notare un rapido cambio d’inquadratura: i bambini in piedi con le mani sul cuore per il giuramento di fedeltà, si trasformano per qualche secondo in ragazzi che fanno il saluto nazista. Apriti cielo. La band fu, quindi, anche accusata di avere simpatie di estrema destra, quando invece l’intento era semplicemente quello di mettere al berlina il sistema scolastico americano.
Il protagonista del video era un aspirante attore, Trevor Wilson, che aveva 12 anni quando la clip fu girata. Wilson ottenne la parte battendo la concorrenza di altri 200 ragazzini, perché girò il provino mentre era malato di influenza, e quindi aveva un aspetto emaciato, che lo faceva apparire dissociato, e che ben si adattava allo stato psichico del protagonista della canzone. Il video attirò molta attenzione sul giovane attore, che, però, si ritirò immediatamente dalla ribalta e smise di recitare, per diventare in età matura un funzionario delle Nazioni Unite.
Wilson è morto nel 2016, all’età di trentasei anni, annegato nelle acque di Porto Rico.
Blackswan, mercoledì 07/02/2024
Brano meraviglioso, drammatico e ahimè sempre più attuale.
RispondiEliminaSupportato da immagini perfette.