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lunedì 26 febbraio 2024

The Pineapple Thief - It Leads To This (Kscope, 2024)

 


Quindici album in studio e venticinque anni di carriera, sono un traguardo straordinario, ancora più ragguardevole se si pensa che i Pineapple Thief, nonostante (o forse grazie a) diversi cambi di line up, hanno sempre mantenuto un livello artistico di spessore. Difficile, dunque, trovare un disco inascoltabile rilasciato dalla band britannica, che, dopo l’arrivo della leggenda Gavin Harrison dietro le pelli, ha ulteriormente ridefinito e perfezionato il proprio alt (art)-rock dalle inflessioni prog in qualcosa di ancora più suggestivo e affascinante.

L'ultima uscita dei Pineapple Thief, It Leads to This contiene otto canzoni relativamente concise per il target della band, a cui non manca certo la consueta urgenza ed efficacia emotiva dei lavori migliori, e, in un certo senso, questo nuovo album è una sintesi perfetta di tutti quegli elementi che fanno funzionare così bene la proposta del gruppo britannico da un quarto di secolo a questa parte.

Ovviamente, un musicista sensibile come Bruce Soord ha ben presente la dura e sconcertante realtà della vita degli ultimi anni, e, quindi, è inevitabile che un senso di profonda malinconia incomba su ognuna delle canzoni in scaletta, gettando uno sguardo penetrante sul mondo, con risultati toccanti e poetici. C’è disincanto, delusione, tristezza, tutti elementi che si insinuano nelle melodie e nelle liriche desolate, ma irresistibili, create dalla penna del leader.

Da un punto di vista squisitamente musicale, è quasi inevitabile sottolineare l’importanza e il valore di Gavin Harrison, già venerato come uno dei migliori batteristi del mondo grazie alla sua militanza nei Porcupine Tree e nei King Crimson: le sue eccezionali capacità di batterista e il suo approccio innovativo al ritmo hanno contribuito a elevare ulteriormente di livello la musica di The Pineapple Thief, e il suo drumming è stato fondamentale nel plasmare il suono della band, aggiungendo strati di complessità e profondità alle composizioni.

Se le fondamenta espressive sono ormai consolidate da tempo, It Leads to This mostra un suono ancor più raffinato e maturo, e dalle avvolgenti melodie alle ritmiche intricate, ogni canzone dell'album è definita meticolosamente, mettendo in mostra tanto le qualità tecniche del quartetto quanto la profondità emotiva del songwriting. Formidabili, poi, anche le digressioni strumentali, che trovano spesso un perfetto equilibrio fra prog vecchia e nuova scuola, aggiungendo un tocco di virtuosismo a una scaletta di per sé impeccabile e straordinariamente coerente nello sviluppo.

Tante ottime canzoni, a partire dall’iniziale Put It Right, incentrata sul pianoforte e la voce desolata di Soord, dalla splendida Rubicon, trainata dai groove fluidi e inarrestabili di Harrison, che mette in mostra una band coesa, che azzarda a metà canzone una deviazione dal sapore jammistico, e dalla title track che enuclea melodramma e pathos da un labirinto di art rock agile e muscoloso.

Una tripletta iniziale di altissimo livello che introduce un disco senza cedimenti, elegante e intenso, arrangiato in modo sublime, coeso in ogni suo parte, e in cui la scrittura ispirata di Soord si sviluppa in trame avvincenti, eseguite magistralmente da una band che non sbaglia un colpo. Ennesima riconferma di grande qualità.

VOTO: 8

GENERE: Progressive, Alternative Rock

 


 

 

Blackswan, lunedì 26/02/2024

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