«Ero
diventato una di quelle persone che mettono al centro della propria
esistenza professione, riconoscimento e guadagno. Non volevo quello che
avevo, volevo quello che non avevo. Poi qualcuno mi ha aperto gli
occhi».
Travolti dagli impegni, dagli obblighi, non ci fermiamo mai a domandarci: quanta vita ci resta? Quante estati abbiamo ancora davanti? La storia di un incontro inatteso e rivelatorio tra un manager che conosce solo il lavoro e un contadino. Il racconto toccante di un'amicizia che è anche un'iniziazione.
Durante un fine settimana nella propria tenuta di campagna, un manager rampante si sveglia come sempre all’alba e decide di concedersi una passeggiata fino a un laghetto li vicino. Qui, incontrerà Karl, un contadino di mezza età con cui instaura subito una spontanea e sincera amicizia. Un incontro inaspettato che si dimostrerà ben presto rivelatorio.
Ancora Venticinque Estati, che l’anno scorso è stato un grande successo editoriale in Germania, patria del suo autore, Stephan Schafer, è un racconto lungo, un libricino di poco più di cento pagine, che si legge in mezza giornata. La prosa è semplice ma sicura, il mood è dimesso, gli intenti apprezzabili e condivisibili: fotografare due mondi opposti (quello del protagonista e del contadino Karl) nel momento in cui vengono a contatto, quando le reciproche traiettorie si intersecano, e riflettere sui veri valori dell’esistenza.
Lo scopo di Schafer è decisamente meritorio, l’approccio è entusiasta e ottimistico, le pagine si sfogliano con leggerezza, risucchiati da un’ambientazione agreste nitida e dolcemente bucolica.
Nonostante ciò, però, la scoperta da parte del manager che un diverso modo di vivere è possibile, non riesce a districarsi da una fitta trama di ovvietà. Mi spiego. Chi vive con consapevolezza, chi conosce il potere edificante della lettura e dell’arte, chi si tiene lontano dalle logiche del profitto, chi crede che mangiare sia una gioia e non un sacrificio per tenersi in forma, chi usa i social con moderazione e conserva gelosamente i momenti di silenzio e solitudine, chi rispetta la natura e i suoi cicli, troverà scontata l’epifania di Schafer. Pochi, ma buoni.
Chi sono, allora, i possibili destinatari di questo libricino che, ripeto, è assolutamente encomiabile per il fine che si propone? Probabilmente i giovani, che troveranno nel racconto spunti interessanti per consolidare le proprie intuizioni e per riflettere sul proprio futuro.
Una lettura piacevole, ma che potrebbe rivelarsi superflua.
Blackswan, venerdì 18/07/2025
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