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giovedì 31 marzo 2011

Il triste profilo dei gregari del nulla

Avrete notato che non posto praticamente mai su Berlusconi e compagni. Il tema più che altro mi deprime e c'è chi lo avversa senz'altro in modo più sanguigno ed efficace di quanto faccia io. Però, cazzo, a volte è inevitabile. Io sono convinto che lui ce lo siamo meritato, con il nostro opportunismo merdoso, con la nostra progressiva incapacità di ragionare al di fuori del nostro metro quadrato, con la crassa ignoranza che piano piano si è impadronita di noi impedendoci di desiderare qualcosa di meglio. Ma meritavamo anche i suoi compagni di merende? Il vecchio è un puttaniere, patetico, e siamo d'accordo. Ma i suoi due attempati Leporelli Fede e Mora mettono proprio malinconia. Di La Russa non è grave il fatto che sia un ex fascista, è grave che sia diventato una testa di minchia così clamorosa da farsi schifare persino da molti dei suoi. La Santanchè. La Santanchè! Un manuale di chirurgia plastica semovente, spessore politico ed umano pari ad un micron, che induce La Russa ad uscire dal Parlamento dalla parte in cui ci sono i manifestanti nella speranza che qualcuno tiri qualcosa e venga fuori il martire del comunismo. E quello ci va, ovviamente. Sono talmente stronzi che il loro capo, che lo è molto meno, giustamente si incazza. E va pure capito, poveraccio. Gli era appena riuscita la manfrina di Lampedusa, replay dello schema già visto a Napoli con la spazzatura e a L'Aquila con il terremoto ma comunque efficace, e questi gli fanno un casino a Roma azzerando la resa d'immagine appena guadagnata. Cicchitto, che alla notizia delle monetine su Ignazio e Daniela si ricorda dell'hotel Raphael ai tempi di Bettino e dice "Qui non c'è nessun Martelli". Intendendo che loro sì che sono compatti, una cosa sola con il Capo. Peccato che nello stesso momento Mantovano si dimette da sottosegretario agli Interni per via dell'ennesimo sbarco di profughi nel leccese dopo che gli era stato assicurato il contrario. Ma d'altra parte è anche logico che finisca così. Un capo che rifugge il confronto, che vuole comandare da solo come se fosse nella sua azienda, non può che finire circondato da yesmen privi di intelligenza e di qualità. In fondo la democrazia si vendica sempre, in qualche misura, di chi la tratta male. In questo sfacelo, il nostro amato premier riesce comunque ad esprimere un suo rozzo slancio vitalistico, che sui meno provveduti produce effetto. I suoi gregari, zero al quoto. Che non ho mai capito cosa voglia dire ma già come suono rende molto bene l'idea del vuoto assoluto. Questo fa di noi una monarchia nelle mani di un re ormai bollito. La lotta per la successione desta angosce ancora maggiori. Chissà, per chi crede che anche le nazioni abbiano un loro karma può darsi che stiamo pagando così il ventennio fascista e le leggi razziali. Considerando che la Germania ha pagato dodici anni di nazismo con ventotto anni di divisione est-ovest più i costi della riunificazione, ho idea che per noi non sia mica finita qui.

 31 marzo 2011 Ezzelino da Romano

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